Sinistra di Sedriano alcuni mesi or sono aveva richiesto all’amministrazione comunale chiarimenti sui canoni concessori riconosciuti dal gestore del servizio di distribuzione del gas al Comune. La risposta è arrivata, dopo solleciti, soltanto adesso e a distanza di 10 mesi dalla richiesta. Ma non è rimasta soddisfatta. E in questa nota che ricevo e pubblico esprime disappunto per il modus operandi che, a suo giudizio, invece di obbligare la società a versare il canone concessorio inspiegabilmente traccheggia.
Con la liberalizzazione del gas viene riconosciuto un corrispettivo a una amministrazione per l’uso particolare del suolo pubblico e nella fattispecie quella relativa alle condutture del gas metano. Canoni che 2iRete Gas Spa, precedente ed attuale erogatore del servizio di distribuzione gas, dovrebbe riconoscere al Comune di Sedriano, cosa che invece non avviene per una interpretazione legislativa di parte, chiarita successivamente -in modo inequivocabile- da circolari ministeriali.
Perciò leggiamo: “il Comune… con nota del 8/2/2017 ha provveduto a richiedere la liquidazione del saldo dei canoni non versati… ( l’ammontare nella la lettera non viene menzionato). Con nota del 13/03/2017, 2i Rete Gas S.p.A ha rifiutato di riconoscere all’ente i canoni richiesti. L’ente -cioè il Comune- sta valutando le possibili strade al fine di…”
Così a distanza di 10 mesi dalla richiesta e a 9 dal categorico rifiuto si sta ancora valutando… su che cosa, ci viene da chiedere? Pur vero che potrebbe essere necessario intraprendere una inevitabile vertenza legale e sarebbe comprensibile una opportuna valutazione oggettiva e ponderata della situazione, ma mesi e mesi per una scelta obbligata e ineludibile appaiono troppi: davvero troppi.
Nel frattempo e nelle more della difficile (eufemismo) decisione da parte della nostra amministrazione, diversi Comuni della zona, alle prese con le stesse problematiche e con lo stesso soggetto erogatore del servizio -la suddetta 2i Rete Gas Spa- sono passati alle vie di fatto, citandola nelle sedi giudiziarie e ottenendo il riconoscimento del pagamento dei canoni -centinaia di migliaia di euro- scaduti e non pagati (Marcallo, Busto Garolfo, ecc.), confermando così un orientamento giurisprudenziale decisamente favorevole ai ricorrenti.
Non è dato di sapere se nella formulazione del bilancio sia stato previsto l’introito di questa voce tutt’altro che trascurabile ed in grado di destabilizzare l’equilibrio finanziario dei Comuni se questi canoni non venissero incassati.
Ciò che rileviamo è il totale disinteresse sull’argomento da parte di tutti -consiglieri comunali compresi- forse distolti da ben più serie questioni “agricole”, boschi (miserrimi) e orti (stellati) o impegnati in perenni scaramucce verbali su tematiche di fondamentale importanza…