Il “caso Cislaghi” registra una nuova puntata. Infatti in questa lettera della sorella Susanna, che ricevo e pubblico, viene raccontata una verità diversa da quella “ufficiale” del Comune. Con estrema gentilezza faccio notare che il signor sindaco non risulta essere a conoscenza della realtà in merito alla questione di mio fratello Alberto, suo amministrato. Rispondendo alle sue parole rilasciate alla stampa preciso che non risulta affatto vero che l’udienza in Tribunale si è svolta alla presenza dei familiari di Alberto. Mi meraviglio da dove siano saltate fuori simili assurdità. Non sta a me giustificarlo, ma forse non si è interessato sperando che le delegate, assistenti sociali, riferissero in modo puntuale ed esaustivo. Mio fratello non ha mai ricevuto risposta per mesi alle sue telefonate, fatte da lui stesso dalla struttura nel lontano Monferrato all’ufficio del sindaco. Il signor sindaco non ha mai nemmeno letto le richiese ufficiali a lui indirizzate affinché si adempiesse al dispositivo pronunciato dal giudice tutelare già da aprile scorso per cui lo stesso giudice intimava alle assistenti sociali di fornire copia del verbale di udienza con relative relazioni mediche.
L’amministrato deve essere messo a conoscenza delle motivazioni della sentenza. Da quando il giudice ha emesso il dispositivo e ordinato alle assistenti sociali di consegnare quanto di diritto ad Alberto, le stesse assistenti sociali non lo hanno mai fatto. E’ stato anche loro spiegato che il fascicolo si trova in Tribunale, in cancelleria. Come mai tale inadempienza? c’è da nascondere qualcosa? semplice svogliatezza? Sono diverse le richieste ufficiali protocollate, dove il cittadino Cislaghi richiede al sindaco, suo amministratore, quanto di suo diritto. L’ufficio protocollo è di una efficienza e regolarità estrema. Forse i servizi sociali non riferiscono delle richieste di un cittadino distante, non per sua volontà, 150 chilometri dalla sua casa e in stato di difficoltà estrema? Mio fratello è amministrato, ma non ha perso i suoi diritti assoluti. Il sindaco forse non sa che dopo un anno dalla morte di nostra madre i servizi sociali non hanno neppure avviato le procedure per fargli ottenere la pensione di reversibilità. Un bel modo di occuparsi dell’amministrato! Per quanto riguarda infine l’interessamento al suo stato di salute, ringrazio il sindaco per il cuore che sostiene di avere, ma le sue delegate, assistenti sociali non lo dimostrano. Una settimana fa hanno sostenuto che Alberto… ”mangia e beve e guarda la televisione come un paciarotto”. Queste parole fanno inorridire allo stato dei fatti. Tutti noi ci siamo augurati e ci auguriamo del buon auspicio… per ora preghiamo solo tutti che Alberto possa riprendere la sua vita, la sua salute, per se stesso e accanto ai suoi familiari e anche per avere cure migliori, accanto ai suoi cari. Concludendo, forse per svolgere certi incarichi bisognerebbe distinguersi per sensibilità ed efficienza, in fondo si è pagati anche per questo! E quando si tratta di avere a che fare con esseri umani fragili l’attenzione e l’umanità devono essere maggiori!