La ricorrenza dell’8 marzo non è solo un evento celebrativo. Ma per i poeti è molto di più. Infatti non è casuale che il poeta cornaredese Gianfranco Brusasca ritiene di avere qualcosa da dire per l’occasione. E Stataleforumè lieta di ospitare il suo contributo poetico in lengua mader lombardo-ambrosiana dedicato alla donna.
L’occasione culturale e poetica è veramente significativa per offrire un umile e riguardoso omaggio di pensieri e di versi poetici per l’8 marzo per la “Festa internazionale della donna 2019”. Sarà una festa che, nella sua vera e giusta tradizione celebrativa, dovrebbe rinnovare, oltre l’amore per la donna in sé, soprattutto il dovuto rispetto per la donna stessa e, anche, per tutte le responsabilità sociali che porta con sé compresa quella naturale di desiderio di maternità che questa società, molte volte, le impedisce di soddisfare. Cosa intendo dire con queste premesse: che la donna di oggi è “martellata” da una devalorizzazione del suo delicatissimo ruolo che svolge nella comunità umana sia come attrice di un equilibrio economico-lavorativo e sia come protagonista responsabile della cura familiare in una società che pare disgregarsi in una precarietà sempre più frenetica.
I due ruoli, per la donna di oggi, sono veramente difficili da conciliare per il tempo che dovrebbe dedicare alla famiglia ed a quello correlato alle fatiche lavorative extra-familiari che a lei sono richieste per motivi economici!
Al poeta cosa resta da dire!
A lei, alla donna vera, sposa, madre e lavoratrice, il poeta offrirà immaginazioni, interpretazioni e versi poetici per essere sempre vicino al cuore della donna con i sentimenti più sublimi che il poeta stesso, da questa generosa terra di Lombardia, riesce ad esprimere, qui e ora, in lengua mader lombardo-ambrosiana.
Per dì, anca, che tucc i dònn son principessee e che lee, la dòna, per il poeta che vi scrive in questo momento, l’é com’el fior de la Verbena fra tucc i fior coloraa e profumaa che mì conòssi, che io conosco. Allora, in milanese moderno, dedica a la dòna, come si conviene, s’insegna e s’apprende a scrivere e a parlare, al “Circolo Filologico Milanese” e con l’“Antica credenza di Sant’Ambreus” di Milano”.