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Diego Manfredi |
Il medesimo criterio si applica per tutti i rifiuti che possono essere venduti sul mercato con evidenti vantaggi per il Comune, che disponendo di maggiori risorse potrebbe investirle per la ristrutturazione delle scuole, per la sistemazione delle strade, e altro ancora. “Non sono contrario -puntualizza Manfredi– alla tariffa puntuale, ma, dal mio punto di vista il cittadino deve pagare per ciò che produce e non per un fantomatico sacco con il chip, che se metti fuori alla sera, anche se mezzo pieno, paghi il volume totale del sacco, non lo trovo assolutamente corretto. Questo perché è impossibile che il lettore presente nel mezzo che legge il sacchetto possa darti la pesata del sacco stesso. Questo però non viene spiegato ai cittadini. Inoltre inserirei una bella pesa piccola all’ecocentro con la sua strumentazione dove il cittadino, nel momento in cui va a smaltire il rifiuto pesa e nel caso il rifiuto fosse recuperabile e che abbia un valore le venga riconosciuto un quid (per esempio € 0,01/kg). Questo eviterà sicuramente che la gente lasci in giro i rifiuti e si tutelerà l’ambiente in cui viviamo. È corretto -aggiunge Manfredi– che ognuno paghi ciò che consuma, perché c’è il cittadino attento, c’è il cittadino che fa compostaggio, c’è il cittadino che non compra i prosciutti nelle buste di plastica, c’è il cittadino attento nel consumo, c’è il cittadino che compra i pannolini lavabili, ecc… Ognuno a casa sua si comporta a modo proprio e ha la sua cultura, ma noi dobbiamo riuscire a far comprendere l’utilità alla giunta attuale”.