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Non è bastato lo scempio provocato nel gennaio 2016 ai gelsi di via Garibaldi  dai famosi volontari ecologici, che volendo potare le essenze arboree hanno finito per danneggiarle, ora è toccato ai tigli che svettano nell’area della cava Bottoni. Sì, stando alla denuncia di Sinistra di Sedriano, i lavori per realizzare gli orti comunali nell’area in questione sono incominciati nel modo più infausto possibile. “Il 10 dicembre -accusa SdS– si è cominciato a scavare, non col classico piccone ormai obsoleto, ma con mezzi meccanici più adeguati. Una ruspetta, formato mignon, per aprire… le buche per i paletti della recinzione in rete metallica. Dove? Ovviamente a pochi centimetri dal filare di tigli con l’elementare risultato di danneggiare in modo serio il loro apparato radicale. Una soluzione geniale e del tutto originale e obbligata in ragione della mancanza di spazio”. Una scelta assurda, ma tant’è. “Nonostante la diffida a proseguire negli scavi -puntualizza SdS–  e l’invito alla polizia locale a intervenire si è andati avanti sino a pomeriggio inoltrato.

Il giorno dopo si è rimosso il danno provocato il giorno precedente e si è ricoperto alla bell’e meglio le buche. Pare che i paletti siano stati nottetempo manomessi da ignoti, che evidentemente non hanno gradito né il come né soprattutto il dove”. Il non plus ultra dell’inefficienza. “Noi crediamo sia quanto mai opportuno -chiosa SdS– rivisitare il progetto, non solo perché oltremodo costoso, mal ubicato e progettualmente antiquato, oltre un chilometro di rete metallica per presidiare insalata e pomodori, ma per renderlo ambientalmente più compatibile e unitario con il generale contesto e non invece come una cosa a se stante e gelosamente riservata a una manciata di cittadini”. La soluzione? “Azzerare il progetto -obietta SdS– affidandolo a persone competenti e con certificata esperienza in questo campo. Per quanto riguarda i danni provocati agli alberi, procederemo nel modo più tempestivo nelle opportune sedi, nell’interesse della collettività, perché è inammissibile si possa ignorare e tollerare quanto fatto”.

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