Laura Pausini si è rifiutata di cantare “Bella ciao” con la giustificazione che la sua vice non si presta alla politica. Una presa di posizione che ha suscitato vivaci reazioni, anche di segno contrario. Giuliano Colombo, esponete della lista civica Voi con noi) non ha gradito e in questa lettera aperta esprime le ragioni per le quali la cantante -dal suo punto di vista- ha preso un abbaglio. Signora Pausini, “Bella ciao” non è una canzone politica. È una canzone popolare che nasce dai sentimenti diffusi di tante persone, non ha un autore, è stata scritta dal popolo. “Bella ciao” vola alto, molto più in alto della “politica”. È in cielo con le anime degli uomini e delle donne che si sono battuti e sacrificati per la libertà. Narra la vicenda di un giovane uomo, che come tantissimi una mattina svegliandosi trova l’invasore nazista sotto casa. Chiede all’amico partigiano di portarlo via con sé perché si sente di morire.
È pronto a morire da patriota come recita il nostro inno nazionale. “Siam pronti alla morte”, è pronto a morire per la libertà. “Bella ciao” è il saluto che il giovane uomo lascia alla fidanzata. In quel triste momento l’amore per la patria è più forte dell’amore per una donna. Un gesto di generosità oggi fuori tempo qui dove ognuno pensa solo per sé. Dice all’amico partigiano di seppellirlo su in montagna sotto l’ombra di un bel fiore se la morte dovesse raggiungerlo. Così le genti che passeranno dalla sua tomba diranno “che bel fior, è questo il fiore del partigiano morto per la libertà. La resistenza è stato il più alto momento civico e morale della nostra storia moderna. La resistenza non aveva un “colore”, ne aveva tre: il verde, il bianco, il rosso, del tricolore. Chi canta “Bella ciao” non si schiera per una fazione politica, si schiera per la libertà, per la pace. “Bella ciao” è cantata in Ucraina, la cantavano in Kosovo, la cantano in varie lingue in ogni parte del mondo dove si combatte per la vita, la libertà, la pace, si difendono i propri territori, la propria cultura. “Bella ciao” è una canzone patriottica. Noi tutti, con i nostri comportamenti quotidiani, le nostre attività, le nostre decisioni, ci schieriamo per qualcosa, è normale, naturale. È la democrazia, è la libertà. Chi non si schiera, in verità è schierato o schierata. Chi dice di non schierarsi mai credo sia un ipocrita. Un fazzoletto come si dice qui da noi. Oppure se ne frega così come se ne fregavano e se ne fregano ancora oggi i fascisti. Chi dei valori civici e morali in verità non ha rispetto. Il giovane uomo della canzone invece si è schierato. Lo ha fatto con coraggio e generosità per la libertà. Quella libertà di parola e pensiero che consente ora a lei di cantare e vendere dischi.