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Porte girevoli, refusi, figuracce e dispetti… Sì, sembra proprio che la legislatura si stia consumando sulle note del capriccio a dispetto della correttezza e della partecipazione. Infatti, dopo il rinvio dell’altro lunedì del consiglio comunale per il famigerato “Re Fuso”, la seduta è stata convocata alle 15.30, ovvero nell’ora più o meno della merenda. Un modus operandi assurdo in cui il buon senso è scivolato nel magma oscuro della irrazionalità. Eppure  la normativa in materia dice che nei Comuni fino a 15.000 abitanti, le riunioni del consiglio comunale si devono tenere “preferibilmente in un arco temporale non coincidente con l’orario di lavoro dei partecipanti”. Ma  nei piani alti del municipio si fa come pare e piace, senza pensare che i consiglieri lavorano e non gli viene facile conciliare l’una e l’altra incombenza.
“C’è chi per vivere -affermano Ivana Marcioni e Anna Papetti di ViviAmo Vittuone– lavora e magari anche se ci sono i permessi non ha la possibilità di assentarsi in alcuni momenti. Non è poi così strano. E anche per favorire la presenza del pubblico. Che si voglia sfavorire la partecipazione?”. Le due consigliere ricordano  che avevano presentato una mozione sullo streaming e l’interrogazione su Vittuone Informazioni, il periodico che informava su quello che succedeva nel Comune. Ma tutto è rimasto lettera morta, forse -sospettano Marcioni e Papetti– “perché i cittadini non hanno diritto a essere informati? O meglio per non far sapere nulla? Qualche idea sul fatto che il consiglio sia stato convocato al pomeriggio ce l’abbiamo, ma d’altronde è tutto in linea con il comportamento ‘irrispettoso’ tenuto fin dall’inizio da questa amministrazione verso i consiglieri di minoranza e anche verso i vittuonesi che queste rappresentano (la maggioranza)”.  

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