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Gli orti urbani? Stanno prendendo forma, ma per Sinistra di Sedriano è un’opera che riproduce un modello privatistico su proprietà pubblica e con soldi pubblici. Unica eccezione, a suo giudizio, il barbecue che verrà presumibilmente condiviso, con grande generosità e altruismo con vicini, parenti, amici, familiari, ecc… Ma in questa nota che ricevo e pubblico evidenzia -dal suo punto di vista- limiti e incongruenze del progetto. L’area dove verranno realizzati è quella di via Treves, un’area di circa 10.000 mq, preferita a quelle pur prese in considerazione, di  via Papa Giovanni/via Meda (secondo noi la più idonea e spiegheremo perché), via Raffaello/San Massimo, via Gagarin, area bosco in città/via L. da Vinci.  Gli orti previsti saranno 52 della superficie di 50 mq ciascuno. Il costo previsto dovrebbe essere circa di 150.000 euro (centocinquantamila) già iscritti a bilancio.  
Su suolo pubblico si realizzeranno 52 particelle individuali rigorosamente separate da recinzione con rete a maglia elettrosaldata plasticata. Il modico prezzo della separazione ammonta a 21.000€, con 52 cancellini d’ingresso (5.000€), 52 compostiere (2.340€), 52 bauli per riporre gli attrezzi in resina (11.400€), una toilette innovativa (12.000€) con  pavimento di ingresso agli orti in lastre di graniglia di marmo (16.800€) ed infine -per i fortunati destinatari- un’apposita area di “ritrovo e aggregazione” di esclusivo utilizzo, con tavoli e barbecue, al trascurabile costo di 10.000€. Ci pare non manchi nulla, tranne forse la spesa per l’acquisto degli attrezzi; rastrelli, vanghe, forbici per potature, ecc…, ma forse ci è sfuggito qualcosa… Scartata via Gagarin per insufficienza di parcheggi, declinata via Sanzio per lo stesso motivo, rifiutata l’area bosco in città per l’insufficiente metratura, rimangono due aree ritenute idonee allo scopo, quelle di via Meda/Papa Giovanni e la via Treves le cui caratteristiche sono: via Papa Giovanni/Meda 11.200mq -accessibilità su tre lati via Papa Giovanni, via Meda, via Nenni, 240 parcheggi totali sulle tre vie, una settantina dei quali sulla via Meda totalmente disponibili per la chiusura di un’importante attività e quindi del tutto inutilizzati. Presenza di condutture idriche e vincolo per la presenza del pozzo di estrazione acqua potabile. Via Treves 10.000 mq circa -accessibilità solo da via Treves, peraltro a senso unico con calibro limitato per la presenza della pista ciclabile; 63 parcheggi totali realizzati in funzione di accogliere le esigenze delle tre palazzine del civico 3 (cento appartamenti circa) ed utilizzati dai residenti. Condutture e sottoservizi presenti come il vincolo del pozzo – sempre quello sito in via Meda, che tuttavia non ha impedito la realizzazione delle tre palazzine -. La distanza che separa fisicamente le due aree è di circa 200/250 metri, risultando quasi contigue e di analoghe dimensioni. 

Quindi i criteri prevalenti per la scelta parrebbero essere quelli dell’accessibilità e dei parcheggi disponibili; non prendiamo in considerazione i parametri dell’impatto acustico e quello dell’indice di urbanizzazione pur citati nel progetto, ma asserviti strumentalmente a giustificare l’esito della decisione assunta, quindi del tutto opinabili se non arbitrari.
Viabilità: più comoda e diversificata per via Papa Giovanni/Meda; limitata e a senso unico per via Treves.
Parcheggi: ampiamente disponibili per via Papa Giovanni/Meda; limitati per numero e per l’utilizzo permanente quelli in via Treves.
Quello dei parcheggi non è argomento marginale perché è presumibile che durante i topici periodi stagionali,  gli orti siano assiduamente frequentati e non solo dai titolari. Ipotizzando quindi la presenza di una considerevole frazione di “ortisti” e magari di qualche amico passato a far visita, quelli di via Treves sarebbero ragionevolmente totalmente occupati, vanificando lo scopo originario della loro realizzazione al servizio dei residenti.   
Come forza politica, abbiamo già dichiarato il nostro totale e motivato dissenso ricordando anche in un “question time” come l’area di via Treves fosse originariamente destinata ad essere riforestata ed inclusa nell’ipotizzato parco della Cava Bottoni, formando in tal modo un’area naturalistica unica e difficilmente riscontrabile in un contesto urbano.
Tutto inutile, non c’è più sordo di chi non vuol sentire.

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