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Il medico di base rappresenta il riferimento in termini di salute dei cittadini, filtrando le sintomatologie più leggere e di conseguenza alleggerendo il lavoro dei pronto soccorso. E la pandemia ha evidenziato in modo ancora più evidente quanto le figure dei medici di base e dei pediatri siano fondamentali per la salvaguardia della salute. Non solo. La mancanza di medici di base e pediatri è una criticità che esiste da anni a causa dei pensionamenti e dei pochi neolaureati che negli anni hanno deciso di intraprendere questo percorso. A Cornaredo il problema assume un elevato interesse in considerazione che i tre medici andati in pensione il 31 dicembre 2022 solamente uno è stato sostituito. Il pensionamento di questi medici era fatto noto e quindi non si può parlare di emergenza improvvisa. La conseguenza di ciò è che oltre 3.000 persone, fra adulti e bambini, in Cornaredo si sono trovate a dover cercare soluzioni alternative anche all’esterno dei confini comunali. Lo stesso fenomeno  era già avvenuto nel vicino comune di Pregnana Milanese quando gli abitanti di quest’ultimo hanno dovuto cercare un medico di base altrove, mentre ora i cornaredesi si trovano a dover cercare il proprio medico nei Comuni limitrofi, creando una situazione paradossale. Troppo per non alzare la voce. Infatti il consiglio comunale ha approvato la mozione proposta dalla maggioranza (Pd, Valori in Comune, Sinistra di Cornaredo) per chiedere al Governo: 1.     di prendere reale consapevolezza che il rilancio della sanità pubblica richiede volontà politica, investimenti rilevanti e un programma di azioni a medio-lungo termine anche alla luce dei tagli fatti in passato per tentare di risanare i conti pubblici; 2. di definire un piano di rifinanziamento del SSN che, nonostante le criticità della finanza pubblica, possa già trovare riscontri oggettivi nell’arco di quest’anno; 3. di mettere in campo in maniera tempestiva e integrata tutte le azioni per aumentare il ritorno in termini di salute (value for money) delle risorse investite in sanità: dalla ridefinizione del perimetro dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) secondo principi di efficacia e costoefficacia; all’integrazione della spesa sanitaria con la spesa sociale di interesse sanitario che consiste in una serie di servizi volti ad alleviare il dolore e ridurre o gestire il deterioramento dello stato di salute nelle persone con un grado di non autosufficienza a lungo termine, assistendole nella cura personale e a vivere in modo indipendente; 4. di mettere mano alla riforma dei MMG, perché la professione di medico di famiglia non sia considerata una professione di serie B, spesso utilizzata come ripiego da chi non entra nelle scuole di specialità.

A far pressioni presso il Presidente di Regione Lombardia e ATS Lombardia affinché provvedano:  1. a effettuare delle rilevazioni dei bisogni dei cittadini per determinare l’assegnazione dei medici in base alle reali necessità dei Comuni, quartieri e territori lombardi; 2. a semplificare la procedura di “scelta e revoca” del medico di base attivando servizi convenzionati con le farmacie e gli uffici postali; a consentire inoltre ai cittadini, attraverso il funzionamento della piattaforma “fascicolo sanitario”, di effettuare in autonomia delle operazioni di “scelta e revoca” del medico di base evitando l’affollamento degli sportelli fisici presso i Cup; 3. a ridurre gli adempimenti burocratico-amministrativi a carico dei medici di base e di pediatri di libera scelta; 4. alla sostituzione programmata dei medici fatta con largo anticipo, così da non lasciare scoperti centinaia di Comuni, quartieri e territori lombardi; 5. a erogare più borse di studio per la formazione dei medici di base, proseguendo con una disponibilità non inferiore a quanto attualmente previsto a livello nazionale, di 832 unità per la Regione Lombardia e indirizzandosi verso l’equiparazione economica alle borse di specializzazione ospedaliera; 6. ad adottare incentivi ad esercitare negli ambiti carenti e nei territori più complessi, mettendo a disposizione dei medici spazi pubblici inutilizzati e prevedendo bonus finalizzati all’assunzione di personale infermieristico e di segreteria; 7. ad attuare quanto scritto nel d.l. n.158 del 13 settembre 2012 in cui si chiede alle Regioni di favorire il coordinamento operativo tra i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali, anche al fine di decongestionare gli ospedali; 8. a prevedere che in situazioni di grave emergenza i medici di base mancanti debbano poter essere sostituiti in tutto e per tutto da altri professionisti che, pur non avendo la specializzazione, abbiano maturato una significativa esperienza (ad esempio in ospedale o con le USCA); 9. A rendere concreto l’enunciato consultabile sul sito di Regione Lombardia: “I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta costituiscono un perno fondamentale nell’attuazione territoriale del nuovo modello di presa in carico del paziente cronico e fragile. In quanto medici del sistema delle cure primarie essi rappresentano infatti una risorsa strategica, essendo da sempre il primo punto di contatto della persona che richiede maggiore assistenza e cura: per trasformare concretamente il principio della “cura” in quello del “prendersi cura” non si può prescindere da un loro pieno coinvolgimento”.

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