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La surroga di un consigliere (Diego Manfredi) è un atto di ordinaria amministrazione, ma la concomitante presa di distanza del consigliere comunale Livio Fagnani dalla maggioranza ha finito invece per scatenare una bagarre. Infatti la seduta dell’altra sera, che ha segnato l’ingresso ufficiale in consiglio comunale di Dario Pobbiati (Condividi Vittuone), si è soprattutto segnalata per il redde rationem fra opposizione e quel che resta della malridotta maggioranza. Fagnani nel suo intervento ha detto che mai si sarebbe immaginato di trovarsi nel gruppo misto, ma l’immobilismo della giunta l’ha costretto a fare una scelta radicale. Certo che la serata, a suo dire, è stata molto triste non tanto per lui, ma per i cittadini che si aspettavano la realizzazione del programma e un’amministrazione del fare e non già del vivacchiare che si compiace per qualche manutenzione peraltro dovuta. Poi ha ricordato al primo cittadino che se i suoi predecessori hanno lasciato nel bene e nel male un segno della loro presenza, lui invece è destinato a passare come un’ombra.
Infine gli ha rammemorato che era sì contrario alla nomina ad assessore di Enzo Tenti, ma avergli tolto le deleghe è stato assai peggio. Il sindaco Stefano Zancanaro ha negato tutto e ha rivendicato al suo esecutivo operosità e capacità amministrativa. L’unico neo, a suo giudizio, è stato il mancato trasloco del mercato. Insomma, a suo dire, non c’è nulla da rinfacciare alla sua amministrazione. Ma Enzo Tenti (Insieme per Vittuone) è stato pronto a sollecitarlo a dimettersi non avendo dato prova di grande efficienza. Ivana Marcioni (ViviAmo Vittuone) non è stata da meno nel rincarare la dose. Pobbiati si è limitato a dire che avendo aderito alla lista civica Condividi Vittuone si colloca nel gruppo misto e che alla prossima seduta presenterà una mozione sulla rete 5G. La discussione è andata avanti per un’ora e mezza con toni accesi e il presidente del consiglio ha faticato per mettere ordine ai lavori. Ma d’ora in avanti ogni seduta, visto il solo seggio di differenza, rischia di essere decisiva per i destini della maggioranza.

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