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“Sono vittima di un grave errore giudiziario”. 
Questa è l’amara e dolorosa considerazione che il sindaco Alfredo Celeste ha affidato al suo legale Giorgio Bonomassa che lo sta assistendo in questa drammatica vicenda. 
Celeste respinge dunque le accuse che gli ha mosso il Gip Santangelo, ovvero di aver promesso favori e facilitazioni in occasioni delle consultazioni elettorali del 2009 nel quale venne eletto sindaco. 
Del resto per quel che si sa nell’ordinanza di custodia non si esplicitano quali atti contrari ai suoi doveri di ufficio avrebbe compiuto.

L’unica certezza è che i lavori contestati e che sarebbero dovuti essere assegnati all’imprenditore Eugenio Costantino, legato -secondo l’accusa- alla mafia sono stati assegnati ad altri. Insomma sarebbe stato costruito un castello d’accuse senza riscontri obiettivi in cui Celeste si è ritrovato stritolato negli ingranaggi. 
Le accuse sarebbero state formulate sulla base di conversazioni telefoniche e di discorsi fatti in auto da Costantino con suoi interlocutori che sono stati intercettati. 
Intanto il capo d’imputazione sarà presto reso pubblico sul sito del Comune per dare la possibilità a tutti i cittadini di rendersi conto che nessun reato è stato consumato dal sindaco. 
Accuse dunque da provare. Dal canto suo il sindaco ritenendosi completamente innocente non ha alcuna intenzione di gettare la spugna, di lasciare la carica. Si attende ora l’interrogatorio di convalida dell’arresto (al massimo entro 15 giorni) per sapere di più.

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