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L’amministrazione comunale si è ripromessa di realizzare nel 2026 nell’area ex cartiera un centro polivalente o “cubotto” (per usare le parole del sindaco in consiglio). L’argomento è stato trattato nell’ultimo consiglio comunale. Il costo stimato dell’opera è di 1,5 milioni di euro che la giunta prevede di pagare attivando un mutuo a carico dei bareggesi. Ma la lista civica Bareggio 2013 con Monica Gibillini e Matteo Calati ha delle considerazioni da fare. Quali? La prima, i cospicui diritti edificatori per residenze private riconosciuti dalla maggioranza all’operatore immobiliare proprietario dell’ex filanda (edificio centrale all’area) non porteranno, nella cassa comunale, oneri di urbanizzazione sufficienti per realizzare l’edificio polivalente. Si tratta, peraltro, di diritti “lievitati” tra le fasi del PGT del 2021: da gennaio 2021 (Valutazione ambientale strategica del PGT) a novembre 2021 (approvazione definitiva del PGT) la volumetria riconosciuta al privato è passata da 4.500 metri quadrati a ben 5.400 metri quadrati.

Inoltre, non ha senso la realizzazione di un ulteriore centro polivalente, quando ne esiste già uno che non viene sfruttato se non come deposito per le attrezzature comunali.

Un’ulteriore considerazione è che, attualmente, non è ragionevole pensare che il Comune sia in grado di progettare e realizzare entro tre anni un edificio polivalente da 1,5 milioni di euro tenuto conto che ci sono opere pubbliche meno complesse come la riqualificazione di via Santo Stefano, per esempio che pur essendo programmate da 5 anni non sono ancora state avviate.

Del resto, di questo “cubotto” esiste al momento solo un’immagine propagandata dal sindaco in vista delle elezioni comunali dello scorso maggio che mostra una costruzione che nulla centra con il contesto del centro storico del paese.

C’è dunque il ragionevole rischio che l’edificio storico dell’ex filanda per il quale il Ministero della Cultura auspica un attento progetto di riuso, venga abbattuta per realizzare soltanto un parcheggio nell’area (oltre alle residenze private), creando così un vuoto privo di qualsiasi funzione sociale o culturale.

«Le risorse dei bareggesi concludono Calati e Gibillini sarebbero meglio investite acquistando l’ex filanda e riqualificandola collaborando con soggetti privati e pubblici che possano mettere a disposizione anche i fondi per la rigenerazione urbana, come hanno fatto e stanno facendo anche altri Comuni. Purtroppo, a Bareggio la maggioranza nonostante l’occasione unica nella storia di avere a disposizione cinque milioni di euro dall’Europa per il post Covid ha scelto, finora, di non salvaguardare lex cartiera bensì di abbatterla indebitando i bareggesi, una scelta davvero non condivisibile!».​​​​​​​​​    

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