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“Chi custodisce gli stessi custodi?” recita un vecchio adagio. E già, chi si prende cura dei responsabili quando si dimostrano “umani troppo umani”? Il vecchio e sempre attuale dilemma si è presentato in maniera plastica nell’ultima seduta del consigliere comunale in merito alla mozione (poi ritirata) della minoranza sulla rumorosa pavimentazione delle vie Pessina e Bardelli. Sì, perché il sindaco Marco Re nel tentativo di manifestare la volontà di agire per risolvere il problema ha detto che sono stati sentiti i tecnici per farsi dare indicazioni sul modo più appropriato di intervenire (asfaltatura?). Il punto è proprio questo: i controllori si affidano, forse, agli stessi tecnici che non hanno saputo prevedere gli inconvenienti, che oggi sono sotto gli occhi di tutti, per porvi rimedio? Trovano che sia una buona idea rimettere la soluzione del pasticcio a loro? Bah! Ma ciò non può eludere l’interrogativo “chi controlla i controllori”, anzi ne rafforza la necessità, visto che sono “umani troppo umani” con i soldi pubblici. Uno scenario non proprio rassicurante. Tuttavia vale la pena qui riportare il lucido ed eloquente commento sulla situazione di un attento osservatore della vita cittadina come Rolando Destri. “Il sindaco, in consiglio comunale, ha affermato, che sentiti i tecnici, bisognerebbe intervenire in un certo modo. Quali tecnici? Ci sono forse tecnici che questa amministrazione paga di tasca propria, senza sentire/coordinarsi con i propri dell’ufficio tecnico, che sicuramente hanno documenti, progetti ed altro per poter affermare queste criticità, e se sì, che ruolo ha avuto l’ufficio tecnico comunale in tutto il progetto e durante l’esecuzione dei lavori? Ci sarà un responsabile, un direttore dei lavori, oppure, secondo il popolo bue e ovviamente di pensiero politico opposto alla vecchia amministrazione, è convinto che il lavoro sia stato realizzato dal precedente sindaco usando di moto proprio carriola, cazzuola, cemento e materiali inadatti? Di fatto, queste vie, risultano essere state collaudate o no? C’è un responsabile dei lavori eseguiti sul campo? Sono state fatte assicurazioni che possano evitare almeno in parte, un ulteriore intervento economico non di poco conto. Un ulteriore impiego di fondi pubblici per un lavoro eseguito solo a 3-4 anni di distanza dalla fine dell’opera, potrebbe essere considerato o inteso come un danno erariale per la comunità, senza che prima vengano fatte le opportune verifiche sulle varie responsabilità?”.

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