Chissà se la vicesindaca Annamaria Garofalo avrebbe versato i 500 euro di risarcimento al Comune per violazione dei diritti d’autore del libro “Sedriano. Dall’Unità d’Italia alla Liberazione 1861-1945”, se il consigliere Alfredo Celeste non avesse chiesto conto per iscritto? E già, l’interrogativo resta. Sì, perché solo dopo quasi un mese dalla richiesta la vicesindaca si è risolta di mettere mano al portafoglio per saldare il dovuto sulla base del parere pro veritate, redatto dall’avvocato Adriano Sponzilli di Bologna. La richiesta risale infatti allo scorso 27 luglio, il pagamento solo il successivo 23 agosto. Ma si era già capito nel consiglio comunale di fine luglio che Garofalo non aveva onorato il dovuto, perché alla domanda sul punto di Celeste il presidente del civico consesso Roberto Correnti, dopo qualche momento di incertezza sul da farsi, l’ha invitato a fare istanza scritta. Il che, mettendo in fila le circostanze, disvela che la richiesta per iscritto era solo una manovra per prendere tempo. E dal canto suo la vicesindaca l’ha presa sin troppo con comodo, se ha quasi atteso un mese per fare quello che avrebbe dovuto fare nell’immediatezza del parere pro veritate, che è datato 31 marzo 2023. La vicenda dal punto di vista giudiziario, nonostante ciò, non è chiusa, perché ci sono da disputare in tribunale per così dire i tempi supplementari in cui la partita si potrebbe clamorosamente riaprire.