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Sulla vicenda del plagio della vicesindaca Annamaria Garofalo è calato l’obblio, come sempre accade quando una storia va troppo per le lunghe. Tuttavia solo apparentemente è finita. Il fuoco, nonostante il silenzio, cova ugualmente sotto la cenere, anche se sembra che si sia già spento. Ma non è così, perché ci sono ancora i tempi supplementari da giocare e la partita potrebbe chiudersi diversamente. Certo allo stato l’arbitro ha fischiato per così dire in anticipo la conclusione della gara, ma con un risultato fortemente condizionato da episodi finiti successivamente sotto la lente di ingrandimento della Var. Bisogna dunque aspettare i tempi supplementari per conoscere il risultato finale. Una metafora calcistica, ma calzante con la vicenda in questione. Intanto nell’ultima seduta consiliare Alfredo Celeste ha fatto riemergere dalla smemoratezza collettiva il plagio, allorché ha chiesto se Garofalo avesse già risarcito il Comune (500 euro) per il danno causatogli, come evidenziato nel parere pro veritate dell’avvocato Adriano Sponzilli. Non gli è stata data alcuna risposta con la giustificazione che si stavano approvando i verbali e non era perciò una domanda pertinente alla trattazione. Ma è stato invitato a presentare la richiesta per iscritto, che Celeste, che forse non aspettava altro, ha prontamente prodotto. Tuttora, però, non gli è stato fornito alcun chiarimento in merito. Magari anche in municipio aspettano l’esito dei tempi supplementari.