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Le opposizioni tornano all’attacco dell’amministrazione Bonfadini. Stavolta se la sono presa con gli attuali inquilini del municipio per le promesse non mantenute. Infatti i gruppi consiliari Insieme per Vittuone e Rilanciamo Vittuone chiedono che fine abbiano fatto le promesse fatte alle associazioni durante la campagna elettorale? Tra spazi assegnati senza convenzioni e convenzioni non rispettate -spiegano- si sono ritrovati a ricevere un comunicato dalla storica associazione “Corpo musicale G. Verdi” che manifesta la necessità di avere al più presto una sede adeguata alle loro esigenze. La segnalazione riguarda anche l’evento celebrativo dei 125 anni, patrocinato dal Comune, che si è dovuto scontrare con una burocrazia troppo rigida e comunicazioni poco tempestive. Se a questi spiacevolissimi disguidi sommato anche il mancato svolgimento della “color race” appare evidente la mancanza della volontà politica a sostenere e incoraggiare le associazioni locali nell’organizzazione di eventi fondamentali per la nostra comunità è quanto denunciano i consiglieri comunali delle minoranze. A loro supporto arrivano anche i partiti di centro destra (Lega, FdI e FI). Mai negli ultimi vent’anni è capitato che a Vittuone un’istituzione così importante abbia dovuto ricorrere ad un comunicato pubblico per sollevare alcune questioni e problemi che oramai da troppo tempo rimangono senza soluzione. Per noi un’amministrazione che vuole collaborare con le realtà associative deve attuare appieno il principio di sussidiarietà e non certo utilizzare un modo impositivo. Un’associazione, ancor più se vanta una storia di più di 100 anni e che ha sempre accompagnato gli eventi istituzionali del Comune, ha sollevato un bisogno e questo bisogno è suo, l’amministrazione non deve decidere i bisogni altrui, ma deve aiutare le realtà associative affinché possa favorirne la realizzazione. Comunicare i brani da suonare, come sentenziare che un luogo sia o no idoneo per la musica non sono compito di un’amministrazione. Rimane ancora più assurdo il richiamare ad una convenzione come un avvertimento minaccioso per avere un servizio che la banda non ha mai disatteso e siamo sicuri non avrebbe fatto neppure stavolta seppur con le evidenti difficoltà. Per noi questo non è il modo corretto di amministrare al di là delle normative. Esiste una norma che va oltre a tutto ciò ed è quella del buon senso e dell’ascolto. Se l’amministrazione non è disposta ad ascoltare non riuscirà mai a risolvere i problemi e accogliere i bisogni di chiunque. Oggi è la banda civica, domani sarà un’altra istituzione, poi saranno le famiglie. Chiediamo un cambio di passo concreto a questa amministrazione che non può trincerarsi dietro a dei comunicati asettici e tecnici senza dare un giudizio politico e soprattutto un’idea come risolvere i problemi e i bisogni dei cittadini.

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