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Gianfranco Brusasca

Oggi 25 aprile si festeggia l’anniversario che ha restituito all’Italia la libertà dall’oppressione nazifascista. Dal libero “Cara libertà” del poeta cornaredese Gianfranco Brusasca pubblico un estratto in cui l’autore sottolinea che la libertà è un canto d’amore grande e purissimo che le creature terrene talvolta sanno esprimere. “Ritengo che la libertà -scrive Brusasca-, in ogni luogo e tempo, sia quella manifestazione spirituale di un bisogno umano profondo che coinvolge l’autocoscienza, quando per autocoscienza intendiamo quell’altro bisogno insopprimibile che cerca di dotarsi di uno stato di consapevolezza per maturare una coscienza di sé con lo scopo di acquisire forti capacità di orientarsi. In altre parole, maturare una forte coscienza di sé, al fine di orientarsi in un percorso di vita, richiama elevati gradi di libertà individuali e collettivi non disgiunti dalla autodisciplina. Se l’autodisciplina è assente, cioè assente è l’amore per sé stessi, la libertà non è più tale in quanto si perde il valore che costituisce il punto di riferimento che permette alla libertà stessa di esprimersi con qualità di pensieri e di azioni. Allora, a me pare che l’espressione di uno stato di libertà non sia altro che un canto d’amore grande e purissimo che le creature terrene, talvolta, sanno esprimere, in forme diverse nei momenti più sublimi della loro vita, come espressione visibile di una forza cosmica vitale incontenibile, liberatoria, anche se misteriosa, che le stesse creature terrene portano con sé fin dalla loro nascita su questo pianeta”.

 

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