Se il buon giorno si vede dal mattino allora è plausibile che l’amministrazione Bonfadini abbia imboccato la strada giusta. Infatti in municipio in queste prime settimane si avverte un’atmosfera nuova e s’intravede una forte volontàk di discontinuità con il passato, voglia di fare per ridare vitalità e slancio alla comunità mortificata dall’immobilismo della precedente amministrazione, dare risposte ai cittadini. I segnali per una svolta reale e concreta ci sono. Ma per girare veramente pagina è fondamentale che la burocrazia comunale risponda per così dire all’appello. Sì, perché il punto è proprio questo. Infatti, oggi, non basta l’attivismo di sindaco (come avveniva nell’era Baglio) e assessori per fare le cose, invertire la rotta, incidere sui processi esecutivi. Ci vuole visione d’insieme, unità d’intenti, forte coesione, progettualità, obiettivi chiari da perseguire e soprattutto motivare e far funzionare con tempistiche certe l’apparato comunale.
La condizione sine qua non per cambiare registro e far bene, altrimenti la macchina comunale, come l’esperienza mostra, quando s’insediano nuove amministrazioni per qualche mese è solerte e operosa, poi piano piano, forse perché non è stimolata, scivola nell’inerzia e si risolve nell’adempimento del semplice compitino tanto che gli esecutivi, qualunque sia il colore politico, sfumano in una progressiva indistinta e indigesta marmellata. La gestione diligente dell’apparato municipale fa dunque la differenza. Un compito non semplice per gli amministratori, ma decisivo per il salto di qualità. Ci riuscirà? Tutto ruota attorno alla capacità dell’esecutivo di guidare l’apparato con mano ferma e delicata, di indirizzare le scelte e le realizzazioni, secondo priorità e tempistiche inoltrapassabili. Se non lo farà da subito è destinata a traccheggiare e navigare a vista con l’inevitabile conseguenza di dilapidare velocemente i consensi. Insomma se son rose fioriranno…