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Don Fabio e Francesco I
Don Fabio Turba è stato nominato decano di Rho. L’arcivescovo Mario Delpinivista la terna di nominativi risultanti dalle elezioni tenutesi regolarmente il 9 ottobre scorso, ha nominato a partire dall’8 novembre e sino al termine dell’attuale mandato (2015-2020) don Fabio alla guida del decanato. Il sacerdote reggeva già interim la guida del decanato rhodense in sostituzione di  don Giuseppe Natale Vegezzi, che era alla guida dell’organo, essendo stato nominato vicario episcopale per la zona pastorale II. Ma a seguito delle elezioni in cui è risultato il più votato l’arcivescovo l’ha nominato per tutto il mandato in essere. Intanto don Luigi Re Cecconi ha tracciato un bellissimo ritratto di don Fabio che da 10 anni guida la parrocchia cornaredese. “Un sacerdote dedito alla preghiera piuttosto che alle chiacchiere, alla Chiesa piuttosto che ai pettegolezzi, al servizio di Dio piuttosto che al passare di casa in casa. Sant’Ambrogio mette in guardia i sacerdoti dal perdersi in cose vane – anche se volute dal popolo – e concentrarsi invece sul dialogo con il nostro Re, Gesù Cristo. 

La mia conoscenza di don Fabio è nata nel vederlo frequentare confessionali; è cresciuta nel celebrare con lui i divini misteri, sta maturando nel vederlo pregare silenziosamente, di giorno e spesso anche di notte, in Chiesa. Poche volte ho conosciuto sacerdoti che frequentassero la preghiera così volentieri, ed è un regalo estremamente bello. La Chiesa oggi appare sperduta e zoppicante: vedere un sacerdote che non perde i suoi punti di riferimento infonde coraggio anche a me. Mi ritengo estremamente fortunato ad avere un parroco tanto buono, assiduo e fraterno come lui. A volte mi chiedo se lui stesso si renda conto del grande esempio che infonde a noi vicari più giovani: anche quando c’è qualcosa che non va, non ho mai sentito una parola cattiva o di sconforto. Tutto è sempre riportato al Signore e a lui affidato. Altre volte invece non mi capacito di come possa correre qua e là, tra riunioni, appuntamenti e visite negli ospedali, senza mai lamentarsi: ma poi mi rendo conto di quanto lo faccia ad imitazione di Gesù nella sua giornata di Cafarnao. È proprio in questi giorni che mi convinco di avere a fianco non solo un parroco, un fratello, un sostegno: ma – come ci insegna la teologia, un vero e proprio alter Christus, da cui imparare ogni giorno a fare il prete. Io sono con lui da due anni e vedo tutto questo; posso solo immaginare la stima di chi – come voi fedeli di Cornaredo che leggete – lo conosce da 10 bellissimi anni.
sant’Ambrogio – posso credere senza timore – sarebbe fiero di lui”.

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