Lo spreco alimentare è un grave problema, anche se non ci accorgiamo. Una piaga incentivata dallo sfrenato consumismo che ci spinge alla pratica compulsiva dell’usa e getta. L’amministrazione comunale, sensibile al tema, ha lanciato una campagna informativa per tentare di invertire la tendenza con l’invito a mettere in atto buone pratiche alimentari. In ogni caso i dati sugli sprechi sono preoccupanti ed è urgente incominciare ad attuare le buone pratiche di risparmio domestico. In Italia, ogni anno vengono perse alte percentuali di cibo. E Cornaredo non è da meno. Infatti smaltisce annualmente circa 1.500.000 Kg di umido che costano alla collettività 95 euro a tonnellata (1.000 kg). Una criticità a cui bisogna porre rimedio se non altro egoisticamente per gli effetti negativi sul portafoglio. Basti pensare che ogni anno si spendono in media 316 euro in cibo che viene buttato.
Il guaio è che le perdite si verificano a tutti gli stadi della filiera. Per risparmiare occorre intervenire in ogni livello. Ognuno deve fare la sua parte. Ma cosa può fare il singolo cittadino?
1) Valutare il quantitativo di cibo realmente consumabile per evitare avanzi e quindi sprechi
2) Controllare la data di scadenza dei prodotti quando si fa la spesa, pensando a quando utilizzarli
3) Prestare attenzione nel preparare le vivande ad utilizzare piccoli accorgimenti che consentano ai cibi di essere consumati anche in un secondo momento (condire le verdure solo al momento di servire, conservare correttamente i cibi una volta aperti)
4) Creare nuove pietanze utilizzando gli avanzi di cucina, con fantasia e creatività
5) Invitare gli ospiti, in occasioni di feste e banchetti, a portare via il cibo che può esser consumato a breve
6) Informarsi sui programmi contro lo spreco alimentare in città, per redistribuire il cibo a chi ne ha bisogno
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