“La storia in un paese” in scena stasera (sabato 20) alle 21, al teatro Tresartes. Si tratta di uno spettacolo che rievoca la vita di Vittuone negli anni Trenta e Quaranta attraverso racconti, musica e immagini a opera di narratori, cantanti, orchestra, ballerini. Lo spettacolo è frutto della ricerca delle vittuonesi Elisabetta Restelli e Beatrice Restelli. Le due ricercatrici hanno rilasciato un’intervista al giornale comunale “Vittuone informazioni” che riprendo integralmente per dare ulteriore diffusione al loro pregevole lavoro.
VOLETE SPIEGARCI DI COSA SI TRATTA ESATTAMENTE?
L’iniziativa rappresenta la conclusione di una ricerca che ha avuto come oggetto Vittuone negli anni Trenta e Quaranta. In questo spettacolo, oltre alle memorie raccontate da un “nonno” ai propri nipoti, abbiamo cercato di ricreare l’ambiente del nostro paese inserendolo in un più vasto contesto storico e culturale. A tale scopo sono stati inseriti nella narrazione molti brani musicali, suonati e cantati dal vivo, e immagini che potessero sottolineare i fatti esposti nella narrazione.
QUAL È STATO LO SPUNTO CHE VI HA CONVINTO A INTRAPRENDERE QUESTA RICERCA?
Nel preparare la serata in onore del maestro Piero Hertel, aveva- mo cominciato a ricercare del materiale fotografico inedito sulla storia di Vittuone e dei suoi abitanti che ci potesse servire in quell’occasione, ma poi ci eravamo accorte di aver solo sfiorato la vastità di ciò che avremmo potuto raccogliere in un secondo momento. E così, inizialmente “per gioco”, abbiamo ripreso.
Nell’attuale situazione politica ed economica ci è sembrato giusto andare a riscoprire i fatti e le persone che per amore del nostro paese si sono prodigate, talvolta fino al sacrificio, per la con- quista della democrazia dopo gli anni del fascismo. Abbiamo ambientato il nostro racconto a Vittuone, perché anche da noi la storia ha lasciato delle tracce che vale la pena ricordare.
La nostra è un’avventura cominciata in sordina, ma che pian piano si è rivelata sempre più coinvolgente, perché più parlavamo con la gente, più scoprivamo momenti di vita del paese a noi sconosciuti.
Siamo entrambe nate e cresciute a Vittuone e abbiamo quasi la stessa età. Abbiamo visto il paese cambiare nel corso degli anni e ci emoziona sempre qualche immagine che ci riporta indietro nel tempo o ci mostra degli scorci che neppure la nostra me- moria riesce a ricordare. Questa estate ci siamo anche divertire a fotografare con le stesse inquadrature molti angoli di paese che alcune vecchie foto ci presentavano per evidenziare i cambiamenti.
COME AVETE PROCEDUTO PER RACCOGLIERE IL MATERIALE?
Abbiamo elaborato la storia grazie a interviste registrate a vittuonesi che avevano vissuto quel periodo e con l’aiuto di testi sia scritti da vari autori del magentino, sia reperiti presso gli archivi parrocchiali e dell’Anpi di Vittuone-Sedriano.
Siamo poi passate alla ricerca di altre immagini fotografiche in
base a conoscenze personali o bussando direttamente alla porta. Per quanto riguarda le testimonianze, sono state inserite nel racconto solo dopo avere riscontrato coincidenze inequivocabi- li sugli argomenti.
AVETE TROVATO MOLTA COLLABORAZIONE TRA I NOSTRI CONCITTADINI? IN QUANTI SI SONO PRESTATI A FORNIRE MATERIALE STORICO E DOCUMENTARIO? Dobbiamo veramente ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutato. Nessuno ci ha negato la collaborazione e questo ci ha spronato ad andare avanti. Le fotografie sono state tutte archiviate in forma digitale. Il limite può essere quello di avere proceduto solo per conoscenza o per sentito dire.
IL MATERIALE PRODOTTO, COME VERRÀ UTILIZZATO?
Sarà impossibile utilizzare durante la serata tutto quello che abbiamo catalogato: per questo abbiamo diversificato la presentazione preparando anche un fascicolo illustrato con il testo della storia e un Dvd con una raccolta più ampia di immagini.
A QUESTO PUNTO È LECITO CHIEDERVI QUALE SARÀ LA PROSSIMA AVVENTURA?
Abbiamo di recente costituito un’associazione che si chiama “L’avventura di conoscere” (www.lavventuradiconoscere.it), aperta a tutti e pronta ad accogliere progetti di vario genere. Abbiamo già in mente qualcosa e, una volta portato a termine questo lavoro che ci impegna ormai da un paio d’anni, saremo disponibili, anche se dopo una piccola pausa di (meritato?) riposo, a considerare eventuali proposte e a imbarcarci per una nuova avventura.