Natale -si sa- è la festa in cui tutti, piccoli e grandi, si aspira a diventare più buoni.
Ma certi non sono capaci e non gli si può fare una colpa, se non quella di spacciarsi per qual che non sono e non saranno mai.
E così l’odio, anzi il più becero razzismo, salta fuori a dispetto del perbenismo addirittura nel giorno di Natale, nonostante la facciata ben tinteggiata per nascondere le inconfessabili ipocrisie.
Infatti l’ex assessore e attuale presidente del Comitato intercomunale della pace Antonio Oldani, che a ogni piè sospinto si dichiara solidale, amante del prossimo e grande sostenitore del progetto per aiutare l’infanzia romena abbandonata, che in questi anni non ha perso occasione per autocelebrarsi come uomo animato da forti sentimenti di pace e solidarietà è scivolato -si fa per dire- sulla classica buccia di banana.
E sì, ecco la sua straordinaria performance che ha consegnato ai lettori di Facebook: “La mattina del Natale mi sono recato al bar dell’ex piazza Cavour per prendere una brioche per Luisa. Ho bevuto un caffè e quando mi sono voltato mi son trovato davanti il Celeste seduto… non potevo evitarlo. Lui mi ha fatto gli auguri tende…ndomi la mano… Cristo ho avuto la fortissima tentazione di piazzagli una mossa di karatè e mandarlo a gambe all’aria… ma sono riuscito a controllarmi. A casa mi sono lavato più volte le mani con amuchina”.
Che dire? Niente, c’è poco da dire, se non che “il lupo perde il pelo, ma non il vizio”.
Lo stesso sindaco Alfredo Celeste ha allargato le braccia sconsolato per tanta incredibile insensatezza e ha liquidato la sconcertante sortita di Oldani con un eloquente “si commenta da sola”.
Del resto che parole proferire davanti a tanta dissennatezza se non parafrasare Dante e chiosare “non ti curar di lui, ma guarda e passa”.
Sono perfettamente d'accordo. L'amuchina è troppo poco.
Io sarei andata di FORMALDEIDE.
Strano comunque che il sindaco abbia solo alzato le braccia.
Pensavo che anche a Natale avrebbe mandato una querela, tanto solo quello sa fare. E meno male che il motto di questo blog è "La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire".
Io lo cambierei in “Il vero abuso di potere è mandare querele alla gente che mi dice ciò che non voglio sentirmi dire".
Buone cose.