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Il tema sulla carenza dei medici di base è divenuto urgente, ma, stando alle obiezioni del Partito democratico, in municipio sono tutt’altro che sensibili. Mario Barlocchi, capogruppo consiliare del Pd, rilancia il problema e accusa l’amministrazione D’Urbano di non mettere nel mirino la delicata questione.  “Nel mese di settembre a Cornaredo si è ripresentato il problema ormai cronico della carenza di medici di base. Alcune settimane fa il sindaco D’Urbano aveva rassicurato sul fatto che dal 1° ottobre, con il passaggio della dottoressa Pitrè a titolare corsista, i pazienti coinvolti sarebbero stati iscritti automaticamente dagli uffici dell’ASST Rhodense. Una comunicazione analoga (relativa alla dottoressa Pitrè a Cornaredo e alla dottoressa Sangaletti a Lainate) è stata fornita dalla stessa ASST e in seguito rimossa. Nonostante sui social il sindaco abbia attaccato l’opposizione rivendicando risultati tangibili, così non è stato: durante il processo di reiscrizione molti vecchi pazienti sono stati esclusi dalla lista.

Questi cittadini sono quindi rimasti senza medico, probabilmente a favore di persone che hanno approfittato della momentanea disponibilità della dottoressa facendo l’iscrizione manuale. Una mozione sulla carenza di medici di medicina generale si è potuta discutere solo nel consiglio comunale del 24 ottobre. Sindaco e maggioranza non avevano ritenuto l’argomento abbastanza urgente da essere affrontato nel consiglio comunale precedente. Spiace constatare che nonostante la gravità del problema, il centrodestra abbia inoltre deciso di bocciare la mozione. Il sistema sanitario nazionale del 1978 necessita di profonde riforme per continuare ad assicurare cure universali. Occorre un nuovo modello delle cure primarie diverso da quello che vede il medico spesso lavorare da solo applicando, nella maggior parte dei casi, la medicina d’attesa.

C’è troppa frammentazione tra i vari livelli di cura. Diverse regioni hanno portato avanti sperimentazioni di aggregazioni poi abbandonate per la spinta verso la privatizzazione. È stato inoltre aumentato a dismisura il carico burocratico. Per questi motivi la medicina generale è diventata sempre meno attrattiva per i giovani medici. La medicina generale, di comunità e cure primarie necessita di formazione accademica nei corsi di laurea e di specialità. Parliamo infatti di un pilastro fondamentale per la gestione della cronicità, la riduzione degli ingressi al pronto soccorso, la prevenzione, il rapporto col sociale.

Una prima risposta può essere data dal funzionamento delle Case di Comunità, come quella di prossima realizzazione in via Vanzago. Per discutere di queste tematiche abbiamo chiesto di aprire un dibattito nel nostro Comune, finora purtroppo senza risposta”.

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