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Un riconoscimento alla memoria all’alpino bareggese Giuseppe Parazzini. Infatti stamattina Silvia Scurati, consigliere regionale leghista, ha consegnato ai figli dell’alpino una targa alla sua mempria.  “Un uomo raro e di valore, un esempio anche nel mondo del volontariato. Un grande alpino, un grande uomo e un grande lombardo. Ringrazio i figli Luca e Francesco ai quali ho avuto l’onore di consegnare questo riconoscimento e i rappresentanti dell’associazione Alpini di Bareggio, Santoro e Sala Tenna per la presenza”. Così Silvia Scurati, consigliere regionale della Lega e promotrice del riconoscimento all’alpino Giuseppe Parazzini, scomparso il 18 giugno scorso. “La cerimonia tenuta al Piano della Memoria di Palazzo Pirelli, alla presenza anche del presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi, ha voluto sottolineare l’insegnamento che ogni giorno le Penne nere trasmettono alla società civile e, in particolare, alle nuove generazioni. Alpini sempre pronti e disponibili a prestare aiuto come dimostrato al mondo intero durante la pandemia”. Giuseppe Parazzini è stato una figura storica degli Alpini, nato a Magenta 78 anni fa viveva a Bareggio ed era conosciuto anche come bravo e stimato notaio. Parazzini è stato inoltre dal 1998 fino al 2004, per due mandati, Presidente dell’Associazione Nazionale Alpini (ANA). Come hanno ricordato i figli, la vita di Parazzini nelle Penne Nere iniziò nel 1969 alla Scuola Militare Alpina di Aosta e fu insignito anche dell’onorificenza di Cavaliere e di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana”. “Durante la sua presidenza venne promulgata la legge di riforma del servizio militare e la conseguente sospensione della leva e Parazzini, insieme all’intera famiglia alpina, si spese in difesa dei valori della leva, arrivando fino al Palazzo del Quirinale e consegnando una memoria scritta all’allora Presidente della Repubblica”. “Il suo volto divenne celebre in tutta Italia nel 2015, quando i “black block” devastarono la città di Milano e lui, sul balcone del suo ufficio, rimase fermo al suo posto davanti al tricolore esposto, ricevendo uova e sassi che i manifestanti gli lanciarono addosso. Un uomo raro e di valore, un esempio anche nel mondo del volontariato” conclude Scurati.

 

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