Latest News

Posts 3 Column Slider

Latest News

Susanna Cislaghi

Ricevo e pubblico queste riflessioni sullo stato della scuola di Susanna Cislaghi, professoressa di matematica all’istituto Allende-Custodi di Milano e referente per le politiche contro il bullismo e cyberbullismo. La prof. si occupa da anni di problematiche contro il disagio. Non solo. Eanche candidata al consiglio comunale nella lista guidata da Massimiliana Marazzini. La scuola a eccezione dei maturandi è finita. Intanto sotto il caldo afoso studenti e studentesse sono impegnati a esporre quello che sarà, per un verso, l’ultimo esame di una lunga e sofferta carriera scolastica e, per altri aspetti, solo il primo di una lunga serie di colloqui e prove da affrontare nella vita, il Prefetto rivolge una preghiera ai sindaci e ai dirigenti scolastici: “fate in modo che la scuola riprenda a settembre, in sicurezza”. Sì, perché non è ancora tutto finito. I contagi e la paura del virus Covid-19, diminuiscono, sprizza sotto le mascherine dei nostri studenti la fierezza e la gioia di poter dire “prof, anch’io mi sono vaccinata”, “prof sa che che questa estate dopo il vaccino parto per la Sardegna?”. La spensieratezza dei giovani adolescenti tra brindisi per promozioni e lamentele per i compiti estivi e debiti “a recupero”, non viaggia di pari passo con la preoccupazione per quello che veramente sarà a settembre. Docenti, dirigenti, vertici politici regionali e amministratori locali sono impegnati a organizzare già da ora, e nei prossimi mesi, il rientro.

La scuola riprenderà con le presenze al 100%? Nonostante le preghiere del prefetto Saccone le perplessità sono molte e l’incapienza citata dallo stesso, è a volte preponderante.  Non c’ è ad oggi, nessuna certezza per quello che sarà da qui a qualche mese. Questo perché per anni sono state portate avanti politiche scolastiche fatte di tagli e di politiche improduttive, dove non si sono tenute presenti le vere esigenze della popolazione scolastica e delle famiglie e la didattica e il lavoro dei docenti è sempre stato messo in secondo piano: queste politiche si sono manifestate attraverso la creazione di “classi pollaio” con prime superiori della capienza di 25-27 studenti. Questo, in clima di Covid, ha fatto in modo che in molti edifici scolastici non è stato effettivamente possibile mantenere distanze di sicurezza di un metro tra uno studente e l’altro, così come impongono le norme di sicurezza e salute facendo in modo che forse anche nel prossimo anno scolastico non tutti gli studenti potranno rientrare nelle classi. Alle politiche didattiche e di edilizia scolastica si affianca da sempre, inevitabilmente l’incapacità di far fronte al problema del sovraffollamento dei trasporti. Da pochi giorni il via libera della Regione Lombardia alla capienza del viaggiatore su bus, treni e metropolitane dell’80%, ma nulla viene fatto per impedire il sovraffollamento dei mezzi. Cosa accadrà quindi? Quando a settembre ritorneranno a viaggiare centinaia e centinaia di giovani ragazzi con zainetti e libri? Assisteremo ancora a lunghe disquisizioni in televisione, a collegamenti online tra politici, esperti, giornalisti, tutti pronti a dire che la Dad toglie anni di vita ai nostri giovani, alle difficoltà di apprendimento, ai problemi di socializzazione, alle conseguenze del tecnostress. Ognuno vorrà dire la sua senza pensare che forse se non si muore di didattica a distanza, che se si continuerà a vivere anche senza aver compreso la poetica del Fanciullino del Pascoli, o la teoria di Leibiniz sulle verità di ragione e di fatto e sulle monade, si continuerà a morire di inerzia per una nostra classe politica svogliata e nullafacente che pensa più in una tale situazione a non diminuire n le tasse scolastiche né le tariffe dei libri di testo… e non a garantire invece quello che è il diritto allo studio dei nostri giovani e delle loro famiglie e a mettere, al contrario, in atto politiche rivolte effettivamente alla diminuzione dell’abbandono scolastico e a combattere problematiche di disagio giovanile con aiuti a famiglie che della didattica a distanza non hanno preso i risultati positivi della formazione ma ne hanno subito solo le conseguenze negative.  Il lavoro dei docenti e della scuola, la formazione non si sono fermati ma restano ferme le politiche di attenzione al reale, alla solitudine dei giovani e delle loro famiglie. Anche i sindaci devono pertanto proporre aiuti alle famiglie, aiuti ai genitori soli, ai lavoratori ai genitori di disabili. Aumentiamo le spese per docenti di sostegno, per gli aiuti nella spesa di abbonamenti per collegamenti online. Dov’è finita la proposta di Wi-Fi libero e gratis per tutti sul territorio?  Pensiamoci! Ci pensi chi andrà ad amministrare! Perché purtroppo posso concludere affermando con certezza che… laddove non non si muore di Dad si può morire di indifferenza! 

Lascia un commento