Latest News

Posts 3 Column Slider

Latest News

L’emergenza dovuta al coronavirus ha finito per far sparire dall’orizzonte ogni riferimento alla cultura. Infatti per farsi un’idea basta constatare che le tabaccherie sono aperte, mentre le librerie, luoghi di cultura, chiuse. Il che ha richiamato l’attenzione di un lettore di Stataleforum, Riccardo Serini, che ha mandato una sua riflessione sulle tante stranezze che in questi difficili momenti appaiono qui e là nelle misure assunte. Ecco la lettera. Come molti sanno sono completamente apolitico. Diciamo che mi concedo la libertà di essere un libero pensatore, sempre che sia in grado di pensare. Non mi interessano i colori politici. Altresì mi interessano le persone e il loro modo di agire. Dopo questo forse inutile preambolo mi rattrista notare che sempre emergenze, ristrettezze, situazioni normali, per i nostri politici di ogni ordine e grado, l’ultima ruota del carro è sempre la cultura. Le librerie vengono considerate non essenziali. Le tabaccherie sono considerate essenziali. 
Ora capisco la paura di avere code di tabagisti in coda al Sert per astinenza, ma visto che l’ingresso alle suddette è contingentato uno alla volta, non capisco o forse capisco benissimo, perché le librerie non sono state libere di decidere se chiudere e in che forma( mezza giornata) o rimanere aperte potendo benissimo contingentato pure loro gli ingressi. Già, nessuno ha pensato che qualcuno possa andare in astinenza da cultura o lettura, poi diciamola tutta, i libri non portano soldi come il monopolio, tabacchi e gioco d’azzardo. Questo dimostra per l’ennesima volta quanto ci sia la volontà precisa di tenere un popolo a soggiacere nell’ignoranza più profonda. Detto milanese: “Lasi ignurant insci fem quel che vorum” (Lasciali ignoranti che così facciamo quello che vogliamo). Teoria applicata da ogni dittatore di ogni colore. Non entro nella polemica della vendita on line, ma rivolto ai miei amici della Lega, non mi sembra di aver mai sentito parlare di qualche forma di federalismo o nazionalismo in favore delle librerie e di tutti quelli che ancora utopisticamente si dedicano a tale commercio, editori e librai. No signori! A voi da molto tempo della cultura non interessa più nulla! Morti i veri editori e i veri intellettuali, il pensiero globalizzato oltre alla vostra miopia ha piegato le ginocchia alla Cultura con la C maiuscola, trasformandola in un mero commercio. Vedo che anche gli amici scrittori non si scomodano ad avere un moto di indignazione, molti sono giornalisti, riunendosi per una lettera comune da inviare al presidente del consiglio. Sicuramente non la leggerà nemmeno, ma proviamoci! Perché non si è deciso di intasare il sito del governo mandandolo in tilt a forza di mail? No! Ormai siete arresi pure voi, già certi che i congrui anticipi ormai non esisteranno più, perché anche scrivere è diventato, per una ristretta casta, un lavoro e non qualcosa che nasce dal sacro fuoco dell’ispirazione. Grazie cari governanti, passati, presenti e futuri per aver reso questo paese sempre più triste. Ma ricordatevi che finché ci sarà la possibilità un piccolo manipolo di idealisti resistenti continuerà a leggere portando avanti la loro guerra silenziosa.

Lascia un commento