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“Quella che doveva essere la giunta aperta ai cittadini, quella delle soluzioni condivise e non assunte nelle segrete stanze, quella della trasparenza e della partecipazione, si sta dimostrando -ogni giorno di più- essere una delle più chiuse, arroganti e incompetenti di sempre”. Sinistra di Sedriano rimette l’elmetto e picchia duro contro l’amministrazione pentastellata. Il motivo? Il costo, a suo giudizio, esagerato per usufruire della sala ‘M. Costa’, ovvero 146,40 euro per 4 ore: 30 euro più Iva per ogni ora di utilizzo. Nemmeno fosse la Reggia di Caserta… Eppure -obietta- con le giunte Re, Rigo e Celeste l’uso delle sale era gratis, poi i commissari pensarono di introdurre un costo ‘simbolico’ di circa 11 euro all’ora, 70 per l’intera giornata. In seguito, il 30 gennaio 2018 con un’arcana e incomprensibile delibera la giunta Cipriani ha triplicato i costi, ostacolando di fatto la libera vita politica dei cittadini.
Risultato? Potranno, a suo parere, usufruire delle sale comunali solo quelle forze politiche che economicamente se lo potranno permettere.  Non è tutto. Sinistra di Sedriano in questa nota che ricevo e pubblico denuncia che addirittura le sono state chieste le ragioni dell’uso della sala. “In questi dieci anni di attività politica attiva abbiamo richiesto numerose volte l’utilizzo della sala Costa, e non vi sono stati mai problemi di sorta, prima con Celeste e successivamente con i commissari. A ogni nostra richiesta è sempre seguita la doverosa risposta, sempre in tempi brevissimi. La nuova, strana e singolare novità è che finora mai nessuno ci aveva mai chiesto il motivo dell’utilizzo della sala. La cosa è invece accaduta con l’attuale giunta, rivelando ancora una volta – ma non è più una novità – l’arroganza di Cipriani, estraneo e intollerante ad ogni tipo di pratica democratica. Il fatto è questo: il 26 settembre inviamo una mail certificata chiedendo l’utilizzo della sala per martedì 16 ottobre dalle ore 20 alle ore 24. Il giorno seguente, riceviamo dagli uffici comunali una telefonata nella quale ci viene richiesto il ‘motivo dell’utilizzo’… e siamo letteralmente caduti dal pero tra lo stupore e lo sconcerto. SdS non è un’associazione, (che richiede il patrocinio al Comune) ma un movimento politico ben conosciuto, che da un decennio fa parte della realtà locale. La situazione diventava sempre più surreale… Siamo stati comunque ‘invitati’ ad inviare una successiva mail certificata che indicasse il ‘motivo’. Ovviamente abbiamo evidenziato immediatamente tutto il nostro disappunto e dissenso, specificando – in ogni caso- che l’uso era per ‘un incontro pubblico’. Probabilmente l’assessorato alla censura voleva conoscere l’argomento dell’incontro, forse perché turbati o infastiditi per chissà quali motivi… Una cosa è certa: dopo quasi 48 ore e un altro sollecito (e pensare che avevamo chiesto gentilmente una risposta celere)… finalmente è pervenuta la risposta ‘positiva’. È difficile non pensare che anche questa volta (l’ennesima) abbiamo superato il ridicolo. Qualcuno dovrebbe seriamente fare delle riflessioni e vergognarsi”.

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