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Don Gian Franco Radice
Don Gian Franco Radice e don Gianni Tavecchia, sacerdoti nativi di Cornaredo, hanno lasciato in eredità alla parrocchia il calice con cui hanno celebrato la loro prima messa. Un gesto che nel rivelare la loro grande sensibilità e il legame indissolubile con la comunità d’origine è stato molto apprezzato dalla parrocchia.
Don Radice è nato a Cornaredo l’8 giugno 1935. Ordinato sacerdote nel Duomo di Milano il 25 febbraio 1961; poi dal 1961 al 1963 vicario parrocchiale a Vergiate; dal 1963 al 1988 parroco a Ranco; dal 1988 al 2014 vicario parrocchiale a Bresso – Santi Nazaro e Celso, poi residente con incarichi pastorale; è morto venerdì 15 gennaio 2016.
Il calice fu offerto a don Gian Franco il 25 febbraio 1961 dai suoi coscritti, che incisero “Perché possiamo essere partecipi con te nel regno”.

“Con grande cura -scrive il cardinale Angelo Scola– si dedicava ai sofferenti, riservando loro speciali attenzioni; quando poi egli stesso dovette affrontare la difficile prova della malattia e anche del ricovero e dell’inattività, seppe affidarsi serenamente a Dio, offrendo il proprio sacrificio e la propria intercessione, mantenendo fino all’ultimo il sorriso”.
Don Gianni Tavecchia
Don Tavecchia è nato a Cornaredo il 12 giugno 1925. Ordinato sacerdote nel Duomo di Milano il 22 maggio 1948; poi dal 1948 al 1949 vicario parrocchiale a Lainate; dal 1949 al 1954 vicario parrocchiale a Seveso – San Pietro; dal 1954 al 1955 cappellano carcere minorile “Beccaria” di Arese; dal 1955 al 1958 vicario parrocchiale a Gallarate – Santa Maria Assunta; dal 1958 al 1964 vicario parrocchiale ad Abbiategrasso – San Pietro; dal 1964 al 1968 parroco a Maccagno Inferiore; dal 1968 al 1977 parroco a Santa Maria Hoè; dal 1977 residente ad Abbiategrasso – San Pietro; è morto domenica 20 agosto 2017. 
Il calice fu offerto a don Gianni da trentuno compagni di leva con incise le parole  “Dilexit me et tradidit semetipsum pro me” (“Mi ha amato e ha dato se stesso per me”) Gal 5,20.
Convinto della fondamentale importanza dell’educazione -scrive il cardinale Angelo Scola, quale principale forma di prevenzione, insieme a un gruppo di genitori fondò pure la scuola media europea, di ispirazione cristiana. Riuscì dunque a coniugare efficacemente cultura e carità, fede e impegno sociale, annuncio del Vangelo ed esistenza quotidiana, rendendo concreta testimonianza alla bellezza di una vita illuminata e amata da Gesù”.

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