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Le dichiarazioni del pentito Francesco Oliverio al processo Aemilia, che si sta svolgendo in Emilia Romagna, chiamano in ballo anche Cornaredo. Secondo il pentito, ex capo della ‘ndrangheta staccata di Rho, in una data imprecisata sono stati allontanati dai suoi sodali gli zingari dal territorio cornaredese che, a suo dire, il Comune non riusciva a mandare via. “Con i kalashnikov -ha detto- siamo entrati nell’accampamento degli zingari. Il Comune non riusciva a sfrattarli e noi li abbiamo cacciati in una notte”. Come? “Abbiamo messo una stecca di dinamite sotto una roulotte disabitata”. Gli zingari, stando al suo racconto, si sono talmente impauriti dall’atto da lasciare l’accampamento immediatamente.
Vero o non vero, certo è che  se le circostanze trovassero conferma sarebbe la prova che la presenza della ‘ndrangheta nel territorio è pervasiva. In ogni caso anche se fossero inventate tenderebbero ad accreditare l’immagine che la ‘ndrangheta è una forza così potente e convincente da fare meglio dell’autorità costituita. Intanto il sindaco Yuri Santagostino in dichiarazioni alla stampa ha spiegato  che con il supporto delle forze dell’ordine si sta cercando di ricostruire l’episodio per accertarne la fondatezza o meno.

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