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La cessione dell’area è stata bonaria, ma a distanza di oltre 30 anni il Comune si è ritrovato a pagare una notevole somma alla proprietà. Curioso, ma tant’è. Non solo. Il Comune per liquidare la controparte, l’Immobiliare Breda Cornaredo Srl, ha dovuto addirittura impegnarsi con un debito fuori bilancio. La vicenda risale nel lontano 1982 quando è stata definita la cessione volontaria delle aree di piazza Libertà. Solo che non si è trovato l’accordo sull’entità dell’indennità. Da qui un lungo contenzioso che è ora sfociato nella sentenza della Corte d’Appello di Milano con cui il Comune è stato condannato a versare all’Immobiliare Brera ben 238.423,62 euro, di cui  89.773,16 euro quale indennità di esproprio, 134.885,54 euro per interessi legali maturati dal 14 luglio 1982, 11.788,92 euro per spese legali, 1.176 euro per spese connesse alla Ctu e 800 euro per contributo unificato.

Il tutto perché il giudice nelle conclusioni della sentenza ha osservato che l’area di proprietà dell’Immobiliare Brera era “ubicata nel centro urbano di Cornaredo” e contribuiva “a creare un’interessante spina verde all’interno della quale si colloca il municipio” e perdipiù il Prg del 1975 prevedeva la possibilità di “ospitare attrezzature per il gioco e lo sport eseguite e gestite da privati”. Motivi che hanno indotto il collegio giudicante sulla base della perizia della Ctu a riconoscere all’area il requisito dell’edificabilità alla data del 1982 quando è avvenuta la cessione volontaria. Ha pertanto assegnato un indice di edificabilità di 1,5mc/mq con una riduzione del 50% per via della particolare destinazione. Un criterio ritenuto congruo e corrispondente al valore venale che l’area assumerebbe in una libera contrattazione. Una spesa inaspettata che l’amministrazione comunale ha potuto onorare con un debito extrabilancio.  

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