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Secondo Insieme per la libertà l’intervenuta intesa si si è tradotta in “un sicuro vantaggio verso l’azienda sopraccitata e di certo svantaggio per tutti gli altri commercianti di Vittuone”. Tuttavia la minoranza puntualizza che non è tanto la contrarieà all’iniziativa, che in parte condivide, ma la sua “vicinanza a quel commercio definito ‘di vicinato’ che caratterizza tutte le piccole realtà della nostra Lombardia, della nostra Italia. L’anima del commercio dei piccoli centri -come anche Vittuone- sono proprio tutti gli esercizi e le attività, spesso antichi e storici, sempre fondamentali per la vita della comunità, che hanno sede in paese. Tutti quei negozi che in passato la sinistra vittuonese dichiarava di sostenere e difendere, schierandosi decisamente e in modo strumentale contro il centro commerciale. Ci pare di capire che oggi la posizione dell’attuale amministrazione sia diametralmente opposta”. Abbastanza per rilevare che sarebbe stato più opportuno “considerare anche il commercio di vicinato vittuonese come di fatto abbiamo realizzato in passato con il progetto promosso in collaborazione con i commercianti del paese”. Non solo. “Se fossimo stati noi -osserva il gruppo Insieme per la Libertà– di certo avremmo scelto di cercare di coinvolgere tutti gli esercizi commerciali di Vittuone tramite una procedura pubblica, diversamente da Baginiche con poche riunioni non verbalizzate, ha scelto la grande distribuzione”. Insomma, a suo giudizio, se fosse stata coinvolta la piccola distribuzione si sarebbe “potuto rivitalizzare quel commercio del centro storico che langue a causa della crisi economica e che ha bisogno di incentivi e sostegno da parte delle istituzioni”.