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Il Comitato pendolari ha inviato all’assessore regionale ai trasporti Raffaele Cattaneo una lettera con documento allegato che pubblico. 

Signor assessore, la invitiamo a prendere visione dell’allegato documento, che illustra in modo inequivocabile l’evidenza dei fatti, ovvero l’incompetenza e il menefreghismo di chi gestisce il trasporto pendolare in Lombardia.
E naturalmente, non si possono ignorare le bugie che ci vengono raccontate, oltre alle false promesse per “tenerci buoni” e la continua negazione dell’evidenza, ossia le condizioni di viaggio che eufemisticamente possiamo definire vergognose.

E pensare che, in un recente consiglio regionale, l’assessore Ponzoni si è inalberato contro le opposizioni che hanno “osato” chiedere la riduzione delle auto blu in giunta regionale, così come fatto invece dal consiglio.

E ha inveito con tanta veemenza, arroganza e maleducazione da costringere il presidente a cacciarlo dall’aula.
Questo episodio è sintomatico di come la maggioranza di governo regionale intende la parola “sacrifici”. Devono essre fatti, naturalmente, ma non da loro. I loro diritti di casta di semidei sono intoccabili, e ciò a maggior ragione per quanto riguarda il trasporto. Si fanno viaggiare i “poveri mortali” in condizioni che nulla hanno a che vedere con la presunta “eccellenza” lombarda, ma la casta di governo rifiuta di scendere dal proprio olimpo e, anzi, fa di tutto per accentuare l’abissale distacco tra popolo e istituzioni.
In conclusione, non solo noi pendolari non accetteremo alcun altro aumento tariffario, ma pretenderemo con forza l’adeguamento del servizio al 23% di rincaro che ci ha vergognosamente propinato, offrendoci in cambio quello che noi sopportiamo ogni giorno ma che lei, ovviamente, non può, non vuole e non ha alcuna intenzione di vedere.
E metteremo in campo tutte le nostre risorse, inclusa la comunicazione a tutti i media raggiungibili, e stia pur tranquillo che nonostante gli “sgherri” nelle stazioni pronti a denunciarci (come nel ventennio…), faremo fotografie a tutto quanto.
I telefonini di oggi fanno miracoli in questo senso, lo sa?
Lei può ancora fare qualcosa, speriamo che sia nella direzione giusta, perchè noi non ce la facciamo più.
Ecco il documento:
I pendolari hanno dovuto subire nel 2011 un aumento dell’abbonamento del 23%, con un concretissimo rischio di un ulteriore aumento nel 2012.
Quanto al servizio, sembra di essere tornati ai tempi peggiori.
I ritardi nella fascia del mattino e della sera sono costanti e, talvolta, anche consistenti; ma al mattino spesso questi ritardi non risultano nei dati di TreNord: nel restante tratto Milano – Treviglio vengono in gran parte riassorbiti (spesso a Treviglio arrivano in anticipo, vedere il sito ViaggiaTreno!).
L’affollamento dei treni è qualcosa di paragonabile solo ai peggiori carri bestiame; le condizioni del riscaldamento, quando funziona, riescono a peggiorare ulteriormente la situazione. Nell’ultimo incontro con TreNord (6 Luglio 2011, alla vigilia del secondo aumento), presente l’assessore regionale Cattaneo, avevamo ripetuto la richiesta di un potenziamento di due treni importanti il 10653 (6,41 da Vittuone) e il 10694 (17,17 da Garibaldi): qualche parola di finta disponibilità da parte dell’assessore ma nei fatti nulla di concreto.
Le soppressioni parziali passante o totali, anche nelle ore di punta (con le conseguenze, che conosciamo, di sovraffollamento del treno successivo), sono inaccettabilmente frequenti; capita anche che, la sera, i treni partono da Certosa invece che dalla stazione di Garibaldi, e questa è una sorpresa delle capacità organizzative della dirigenza TreNord: i pendolari dovrebbero essere dei veggenti per riuscire a prendere il treno in questione anche perché l’informazione è quella di sempre, ampiamente carente, soprattutto nel momento di maggior necessità. Tale situazione si verifica in modo ancor più evidente in caso di sciopero dei ferrovieri: TreNord non riesce a predisporre neppure i treni “garantiti”!
E nel frattempo l’arroganza di TreNord si manifesta sempre di più, come è dimostrato anche dal comportamento della “vigilanza”, presso le stazioni del passante, che non esita a minacciare denunce a chi si permette di cercare di documentare, magari con foto, il malfunzionamento del sistema anche dal lato dell’informazione.
A fine agosto/inizio settembre la stampa si sbizzarriva a pubblicare dichiarazioni del presidente della Regione Lombardia e dell’assessore Cattaneo sui tagli dei trasferimenti da parte dello Stato e su quali conseguenze ne sarebbero derivate per il trasporto pubblico. Con i tagli cancellato un treno su due..” “Cancellate mille corse...” e Formigoni “riconsegno i contratti per il servizio TPL. Queste enfatiche dichiarazioni, che rispecchiano comunque un dato reale, questa sceneggiata è funzionale a preparare il terreno a prossimi aumenti.
Se sono vere le gravissime responsabilità da parte dello Stato per non avere affrontato seriamente, in questi decenni, il problema del trasporto pubblico ma nell’avere ridotti gli investimenti, privilegiando l’Alta Velocità (noi modestamente l’abbiamo sempre detto e scritto), nello stesso tempo questo non è stata la priorità, negli investimenti, della Regione Lombardia.


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