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Un’altra defezione nel gruppo consiliare del Partito democratico. Dopo la polemica uscita dell’ex sindaco Pompilio Crivellone, anche Maria Cristina Scarpa ha lasciato il Pd per iscriversi al gruppo misto. 
Una scelta dolorosa, ma inevitabile per riflettere.
Scarpa, che era stata assessore nell’amministrazione Crivellone, da tempo era combattuta sul da farsi, ma adesso ha rotto gli indugi e ha mandato una lettera al Pd per formalizzare il suo abbandono.
Scarpa si è convinta a gettare la spugna per dare una scossa alla sezione cittadina, che, a suo giudizio, gestisce il partito con spirito burocratico e non dà agio ai nuovi di inserirsi e sentirsi a casa propria. Del resto -è il suo ragionamento- se le adesioni sono nel tempo diminuite un motivo ci deve pur essere e la gestione del gruppo dirigente non proprio esente da colpe. 

Una netta presa di posizione che mette sul banco degli imputati i dirigenti del Pd che, a suo dire, con la mancanza di trasparenza, dibattito e confronto non hanno e non aiutano la crescita del partito e non incoraggiano eventuali simpatizzanti a partecipare alla vita politica. 
Certo due defezioni nel giro di un mese sono troppe e sicuramente la spia di un malessere profondo che viene da lontano, ma che adesso esplodendo fragorosamente è sotto gli occhi di tutti. I segnali s’erano visti quando il Pd era al governo della città, ma il ”potere” -si sa- cementa e fa dimenticare divergenze e differenti visioni, ma poi quando si è all’opposizione e non si è più sulla cresta dell’onda le distanze pesano come macigni e alla prima occasione implodono magari per ragioni nobili.
Curiosamente a farsi da parte sono gli ex amministratori e chissà se ciò sia solo un dato statistico o altro? 
Ma, aldilà di tutto, è tempo che il Pd archivi la delusione della sconfitta elettorale per incominciare a ripensare la sua azione politica, che non guardi più al passato ma avanti con nuove idee e progetti.
Il che forse si creerebbero le condizioni per rigenerarsi e rilanciare con spirito nuovo il dibattito interno e aggregare la gente in un progetto di rinnovamento in cui sentirsi partecipe e protagonista.

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