L’Anac con delibera n. 241 dell’8 marzo 2017 ha specificato che relativamente alla situazione reddituale e patrimoniale l’obbligo riguarda solamente gli amministratori dei Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Un chiarimento del cosiddetto Decreto trasparenza n. 33 del 14 maro 2013 (entrato in vigore nel 2016) sugli
obblighi di pubblicazione concernenti i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo e i titolari di incarichi dirigenziali. Tuttavia al di là dell’entità della popolazione un amministratore pubblico, a seguito di candidatura elettiva, deve essere quanto più trasparente possibile nella sua vita pregressa e di tutti i giorni, non dispone altresì del privilegio della “privacy” e della riservatezza proprio perché ormai al servizio dell’interesse pubblico e delle leggi dello Stato e per di più ciò che compie nel privato, in virtù della sua carica politica, lo riversa inevitabilmente sul pubblico. La premessa da cui è partito il consigliere comunale Alfredo Celeste (Noi con Sedriano e Roveda) per chiedere con un’interpellanza all’amministrazione comunale se non sia opportuno pubblicare i redditi indipendentemente dagli obblighi di legge per essere moralmente all’altezza delle aspettative per un mandato pubblico di grosse responsabilità e di gestione della cosa pubblica, nonché dimostrare un naturale e normale rapporto fiduciario tra governanti e governati. L’invito -sottolinea il consigliere– è rivolto in particolare alla giunta e al sindaco in particolare, quale capo dell’amministrazione e come referente principale e autorevole dell’amministrazione pubblica di Sedriano e come esempio autorevole da seguire. L’interpellanza è l’atto formale utilizzato da Celeste per sapere se sindaco giunta siano intenzionati a raccogliere l’invito soddisfacendo una condizione etico-morale di altissimo profilo. La risposta alla prossima seduta consiliare, fermo restando che “un amministratore pubblico, che è al servizio della comunità, non teme di poter essere giudicato per la realtà del suo stato patrimoniale che, proprio perché derivante da attività lecite e oneste, non ha paura di essere messo a disposizione dei cittadini che gli hanno consegnato la propria fiducia e delega con il voto nell’urna”.