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Don Antonio Ercoli
L’arcivescovo Mario Delpini sarà domenica prossima a Vittuone e presenzierà in chiesa parrocchiale la messa delle 18. Ma la sua presenza è anche l’occasione per festeggiare il restauro della chiesa. E all’appuntamento non poteva mancare don Antonio Ercoli che tanto si è adoperato nell’ultimo periodo della sua permanenza nella comunità vittuonese per ridare bellezza alla chiesa. Infatti è stato invitato dal parroco don Maurizio Calzoni a partecipare. E don Antonio, che è ospite all’istituto Sacra Famiglia di  Cesano Boscone, ha risposto presente. In questa lettera ripercorre l’impegno profuso per ridare nuovo splendore alla chiesa parrocchiale. Ho ricevuto l’invito per il 12 giungo con l’arcivescovo monsignor Mario Delpini per il cammino con il quale il restauro della chiesa ha segnato l’ultimo periodo della mia permanenza a Vittuone. E’ un invito a ritrovarsi per poi continuare a scoprire le linee che, tutti insieme, abbiamo messo dentro in quel termine restauro.

Non intendendo con questo solo una rifacitura di colori, come abbiamo detto all’inizio di un’operazione così complessa, ma con una rielaborazione di colori e di storie, per dare a quell’involucro ideale pensato dai nostri padri, quando han portato la parrocchiale dalla “S. Maria alla Garascia” al posto dov’è ora, un compito preciso che l’abitato andava assumendo in quel tempo e che necessitava di un linguaggio pittorico e architettonico che la comunità d’allora ha realizzato e ha portato avanti fino a noi. E’ un grazie al Signore per quest’apertura di un nuovo scorcio della chiesa, allargandone il respiro e facendola capace di chi vivrà dentro il rapporto con Dio, la bellezza degli arabeschi che si stagliano sulle mura e che dettano a chi li vivrà, l’impegno a tessere un rapporto col nostro Dio capace di sciogliere la complessità della vita in una sintesi che poi il cammino celebrativo che in essa risuonerà, scioglierà i nodi per una vita bella, per chi frequenterà. Per questo, Grazie! Ci sarò anch’io. E sarò in mezzo a chi celebrerà i semi che tu e don Piero avete gettato sul terreno della vigna e i loro frutti in questi tempi di spighe ricche di “mistero maturato”, che nutre. Grazie! Ci sarò. Come non dirlo insieme a Lui che con la sua Parola ci ha scaldato il cuore e ci ha reso capaci di gioire ogni volta della giornata che ci troviamo davanti con le sue pagine vuote su cui scrivere strade di impegno per il futuro dei figli che vi saranno educati. Su quell’altare, sotto la cupola dove i nostri padri han nascosto il segreto della felicità che il Nazareno ci ha consegnato e ci è stato messo nella Teca, “Reliquia” donata alla laboriosità dei vittuonesi, c’è un patto di alleanza che ogni giorno i nostri sacerdoti con la comunità sanciscono come strada del bene, perché strada della “Croce di Cristo”. Sono contento. In questi anni, stando dietro al cardinale Martini, che mi ha mandato qui, di aver scoperto sul terreno della vita, l’insieme non solo delle affermazioni della versione di questo mistero la “Croce di Gesù”, ma anche quella degli uomini, per farne una risalita vittoriosa. Mi piacerebbe se sotto queste volte e arcate che, in sintonia con la Basilica di Sant’Ambrogio, si definisce che l’arco a tutto sesto nel suo puntare in alto, porta alla distribuzione della fatica e a fondare la sua stabilità, che per noi, simboleggia la fondamentalità della Croce… Ecco vorrei che in questo affermare, ci sia l’attuare e scoprire sempre più i metodi per raggiungerlo, come nei suoi 22 programmi di catechesi il cardinale Martini ci ha insegnato, passo a passo: passi per passare dalla “Croce alla Vita”. Per fare di questo momento di chiusura del restauro non un momento vuoto, ma un momento di scoperta del bello, come parola nuova. Poco per volta riprendiamo, mentre stiamo scoprendo sotto il bello che gli artisti ci han consegnato, di sentire l’utilità del dar corpo a tutto questo con l’apertura di luce che il restauro vero ci ha donato, mentre col suo evolversi ci ha fatto guardare, da una parte sempre più in su e dall’altra ha reso più libero il ritmo del nostro cuore secondo il programma dei metodi di Martini contenuto nel restauro. Grazie a tutti quelli che han lavorato e a tutti quelli che han donato. Mi ha sempre detto la Curia: “Noi confermiamo i tuoi mutui perché la gente di Vittuone con le loro entrate ordinarie coprirà, come ha sempre coperto, la spesa”. Anche questa volta, grazie alla loro generosità. Ricordiamoci anche di chi vive ormai nella volta della nostra chiesa e che stanno lavorando sempre per questa comunità: là dove c’è il per sempre!

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