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Ivana Marcioni |
Le criticità c’erano da prima, ma la pandemia ha dato il colpo di grazia. Sì, perché tanti inquilini delle case comunali non ce l’hanno più fatta a pagare il canone di locazione, nonostante gli affitti siano di gran lunga inferiore al prezzo di mercato
essendo rivolti a fasce di popolazione con bassi redditi. Certo che al 31 dicembre 2021 l’entità del debito accumulato dagli inquilini morosi (la maggior parte paga) era di circa 320.000 euro. Un problema non proprio trascurabile, perché il mancato introito è causa di un grave squilibrio finanziario. A ogni modo il Comune dispone di 58 alloggi che di volta in volta, secondo regole fissate dal bando di concorso, vengono assegnati ai cittadini in possesso dei requisiti economici previsti ed inseriti utilmente nella graduatoria. “In questi ultimi anni -spiega il vicesindaco e assessore ai servizi sociali Ivana Marcioni– sono cresciute in maniera esponenziale le richieste di assegnazione di alloggi popolari in quanto le situazioni di precarietà economica minano la certezza di una locazione tranquilla e l’impossibilità di sostenere canoni di affitto, seppur concordati ed equi, ma comunque vicini ai prezzi di mercato. Conseguentemente alla situazione economica instabile, sono aumentate le procedure di sfratto, spingendo ulteriormente le persone in difficoltà a cercare soluzioni abitative alternative orientandosi pertanto verso la richiesta di alloggi popolari. Gli alloggi sono assegnati nella quasi totalità, ma quelli residui necessitano di manutenzione straordinaria onerosa”. E se non pagano tutti diventa complicato reperire le risorse per intervenire. “L’entità delle morosità -continua Marcioni– merita attenzione, anche perché dovendo provvedere alla manutenzione degli alloggi, l’amministrazione deve impiegare altre risorse che potrebbero essere destinate a interventi diversi e, in tempi di risorse scarse, diventa sempre più difficile soddisfare tutte le necessità: la coperta è corta! Spesso il problema non è legato a momentanee difficoltà, per le quali si possono concordare piani di rientro con una certa tolleranza, escludendo però a priori che tali difficoltà siano ‘eterne’. Purtroppo per alcuni il ‘diritto alla casa’ è ‘un diritto scontato’, senza necessità di dover corrispondere l’affitto. Considerata l’intera situazione di alta morosità verificata -chiosa Marcioni– è urgente e necessario verificare ogni singola situazione, predisponendo piani di rientro del debito per scongiurare gli sfratti esecutivi, azione che ogni amministrazione vorrebbe evitare. È una situazione delicata da affrontare e come amministratori dobbiamo operare e fare scelte eque anche per rispetto agli altri cittadini in difficoltà che meritano altrettante attenzioni, senza che si vengano a creare situazioni di privilegio”.