Susanna Cislaghi |
Susanna Cislaghi, docente di diritto e matematica, candidata al consiglio comunale nell’ultima tornata elettorale, in questa nota che ricevo e pubblico sviluppa delle riflessioni sull’appuntamento referendario di domenica 12, che considera una grande occasione di democrazia e di partecipazione che dà vera voce al cittadino. Un buon motivo per non perdere questa occasione. Certo la disaffezione alla politica -spiega Cislaghi– è stata crescente negli ultimi anni. Ma non perdiamoci d’animo! Non facciamoci sottrarre anche questa ultima possibilità. Non lasciamo ad altri le scelte che spettano a noi. Domenica saremo chiamati a votare sui, forse difficili, quesiti per la riforma della giustizia. È un piccolo passo. Votare perché qualcosa possa cambiare e perché siamo noi cittadini a voler cambiare… dal basso, ma in verità dall’alto del nostro potere. Certo c’è chi dice che il popolo elegge i suoi rappresentanti per fare le riforme e le leggi e poi non fa nulla. Tant’è che siamo qui ancora una volta chiamati a spronare questi nostri rappresentanti. Non lasciamo che il popolo non risponda a questo appello referendario. Il referendum è il mezzo più diretto per esprimere la volontà dell’elettore. Saremo poi ancora chiamati per decidere su altre questioni. Io non lascerei tutto perché siamo delusi.
In particolare io voterò Sì all’abrogazione di articoli di legge che impediscono la libertà dei singoli magistrati a candidarsi al CSM; Sì alla separazione delle carriere che implicano il fatto che un magistrato debba scegliere quale funzione tenere (se giudicante o pubblica accusa); Sì all’abuso della custodia cautelare (l’Italia ne fa largo uso, rischiando che finiscano in carcere persone poi dichiarate innocenti ); Sì sul fatto che a decidere su eventuali responsabilità dei magistrati, siano anche persone al di fuori della stessa professione, ovvero anche avvocati e professori universitari (in questo modo non si lascia potere elevato alla categoria) e infine Sì alla abrogazione della norma che obbliga i cittadini alla cancellazione perpetua da incarichi e pubblici uffici: direi che andrebbe almeno modificata. Per fare la nuova riforma della giustizia che, a breve, sarà discussa in Parlamento si dovrà tenere conto anche della nostra espressione di volontà, del voto dei cittadini. Perché qualcosa cambi in questo nostro Paese così bello e così bistrattato bisogna esserci domenica prossima ai seggi. Rimango dell’idea che comunque la si pensi bisogna andare a votare. Perché la democrazia non perda la nostra voce,