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Tommaso Lui |
Il 12 giugno si voterà per i referendum sulla giustizia. Tommaso Luè, leader di Italia Viva, è intervenuto per spiegare dal suo punto di vista le ragioni di votare ben cinque sì. “La magistratura in Italia -spiega Luè– deve cambiare passo. Ci sono troppe ingiustizie, troppi intoppi burocratici, troppe cose che non funzionano. Questi quesiti sono un possibile inizio di cambiamento”. I referendum, a suo giudizio, costituiscono la condizione per girare pagina.
Abolizione della Legge Severino
Votando sì al primo quesito si sceglie di abolire la norma che prevede l’incandidabilità e la cessazione dall’incarico di persone condannate a pene di determinata entità per rati non colposi. Perché votare sì? La scelta degli eletti spetta ai cittadini, non alla magistratura. È una questione di giustizia e legalità, ma soprattutto di democrazia: riaffermiamo la piena separazione dei poteri.
Riforma della custodia cautelare
Votando sì al secondo quesito (scheda arancione) si sceglie di abrogare la norma del codice di procedura penale relativa alle esigenze cautelari nella parte che prevede il pericolo di reiterazione del reato. Perché votare sì? Questa esigenza è per lo più basata su un giudizio soggettivo, generalmente privo di adeguata motivazione, quasi sempre sfornito di prove concrete. Abolirla significa evitare che siano messe in carcere persone che, al termine dei processi, risultano essere innocenti.
Separazione delle funzioni
Votando sì al terzo quesito si delinea la netta separazione delle funzioni di giudici e pubblici ministeri: il magistrato dovrà necessariamente scegliere fra funzione giudicante e requirente e non potrà cambiare. Perché votare sì? Assicurare la netta separazione delle funzioni di giudici e magistrati significa compiere un primo passo verso un’effettiva terzietà del giudice, e assicurare così una giustizia più giusta.
Equa valutazione dei magistrati nei consigli giudiziari
Votando sì al quarto quesito si riconosce ai rappresentanti dell’università e dell’avvocatura il diritto a valutare la professionalità e la competenza dei magistrati all’interno dei consigli giudiziari. Perché votare sì? Oggi sono i magistrati a valutare altri magistrati, cosa che favorisce logiche corporative e rende poco affidabili le valutazioni. Dobbiamo restituire efficienza e credibilità all’ordinamento giudiziario.
Elezione dei togati del Csm
Votando sì al quinto quesito (scheda verde) si abolisce la norma che prevede l’obbligo di raccolta firme per la presentazione delle candidature al CSM. Perché votare sì? La magistratura non può e non deve essere sotto il controllo delle correnti. Votando sì, anche chi non è iscritto a una corrente potrà candidarsi e aspirare ad essere eletto nel CSM. Bisognerà raggiungere il quorum, mi auguro ci sia un minimo di sensibilizzazione da parte della sindaca, della giunta comunale e di tutti i consiglieri di Bareggio. Andare a votare è un diritto ma soprattutto un dovere civico.