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Il Comune sulla vicenda che è culminata nell’arresto dell’ex funzionario Massimo Manco per (presunte) irregolarità nella gestione delle gare di appalto ha pensato di nominare un legale per tutelare al meglio il suo buon nome. Un atto legittimo e opportuno, ma, al netto dell’azione giudiziaria, chi tutela il Comune da se stesso, dalla sua superficialità e pressapochismo E già, è proprio da dire che in municipio sono alquanto malaccorti. Sì, è incredibile e sconcertante che, neppure dopo la triste vicenda, né l’efficientissimo apparato burocratico né i solerti amministratori si siano accorti che tuttora nel sito istituzionale compare nella sezione Centrale unica committenza (Cuc) il nome dell’ex funzionario come responsabile dell’Ufficio comune della Cuc. Una doppia svista, poiché Manco da gennaio è in pensione e di conseguenza il suo nominativo non doveva, dopo oltre 4 mesi dalla sua dismissione, apparire. Nessuno, però, si è premurato di aggiornare la sezione. E come se non bastasse il 3 maggio scorso sono arrivati l’accusa e l’arresto. Neppure una circostanza così grave ha fatto venire in mente a funzionari e amministratori di controllare che fosse depennato dalla guida della Cuc.

Se cose così semplici sfuggono al controllo e ci si espone a simili figuracce, non c’è da stare molto allegri.  Del resto finché la rotazione del personale è solo un’opzione e non una pratica sistematica è difficile, in mancanza di sana concorrenza fra dipendenti, mantenere alta l’efficienza e l’attenzione.  Forse è tempo che gli amministratori si rendano conto che l’inamovibilità degli apicali è un problema da affrontare e risolvere.

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