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La casa di comunità, da realizzare prossimamente a Vittuone, è stato
un grande successo per l’amministrazione Bonfadini. La riuscita del progetto è il risultato di un lavoro e di un coordinamento con i sindaci di Arluno, Casorezzo, Ossona, Santo Stefano Ticino e Sedriano.  “Tutti -spiega la sindaca Laura Bonfadini– hanno riconosciuto la posizione strategica di Vittuone per la centralità e per i trasporti, requisito imprescindibile per offrire un servizio così complesso a un ampio bacino di utenza. La struttura nascerà ex novo tra le vie Isonzo, Asiago e Restelli” e sarà finanziata dal PNRR (Piano nazionale di resistenza e resilienza). Ma che cosa offrirà la casa della comunità ai cittadini? Ad esempio le seguenti prestazioni: servizi di cure primarie erogati attraverso équipe multidisciplinari (ad esempio medici di medicina generale, pediatri, ecc.); punto unico di accesso; servizio di assistenza domiciliare di livello base; servizi di specialistica ambulatoriale per le patologie a  elevata prevalenza; servizi infermieristici; sistema integrato di prenotazione collegato al Cup aziendale; programmi di screening; partecipazione della comunità e valorizzazione coproduzione; collegamento con la casa di comunità di riferimento (Magenta); presenza medica. Nella struttura, di circa 1.000 metri quadri, distribuiti su due piani, verranno erogati servizi per 6 giorni su 7. Secondo le previsioni regionali, saranno presenti, tra l’altro, medici di medicina generale, pediatri e infermieri per 12 ore giornaliere per 6 giorni alla settimana. I costi, a carico delle risorse del PNRR a livello strutturale e tecnologico, sono previsti in circa 1,5/2 milioni di euro per ogni struttura aperta, i cui tempi di realizzazione sono stimati in 2 anni, con successivo reclutamento del personale. “Il percorso da seguire -chiosa Bonfadini-, se si vuole imparare la lezione dal Covid che ha fatto crollare le cure fuori e dentro gli ospedali per tutte le altre malattie, è quello che condividiamo con il ministro della salute Roberto Speranza, che afferma che bisogna ricominciare a pensare un Servizio Sanitario Nazionale prossimo, vicino, nell’immediatezza alle esigenze del cittadino. Sì, la salute e la dignità sanitaria dei cittadini sono patrimonio di tutti e la cura delle persone all’interno della nostra comunità un obiettivo da perseguire”.

 

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