Il saluto militare della polizia locale? Sì, ma non sempre. L’interrogazione di Alfredo Celeste sul saluto militare della polizia locale non è rimasta lettera morta. Infatti il sindaco Marco Re e l’assessore alla sicurezza Enrico Rigo rispondendo per iscritto all’interrogazione hanno ammesso che il saluto militare è obbligatorio a simboli e autorità fra cui per stare al contenuto della richiesta di Celeste ai consiglieri comunali durante il consiglio comunale. Per quanto riguarda la placca di riconoscimento hanno evidenziato è prevista sui capi che consentono la corretta applicazione, ma non tutti (maglietta polo, giubbino estivo e tuta operativa) sono idonei allo scopo. Tuttavia gli operatori hanno l’obbligo, anche quando indossano tale vestiario, qualora richiesto e al fine da consentire il loro riconoscimento, di fornire anche oralmente il proprio numero di matricola. Ma Celeste nella conferenza dei capigruppo di ieri sera ha obiettato che i consiglieri comunali restano tali anche quando non sono in aula consiliare e il saluto ai cittadini è dovuto quando per ragioni di servizio quest’ultimi entrano in contatto con la polizia locale. La placca di riconoscimento è vero che non è applicabile sulle polo, ma non certo sulla tuta e il giubbino estivo che sono invece dotati di bottone e quindi adatti allo scopo. Si chiuderà così la vicenda o avrà altri sviluppi? A ogni modo non si tratta di una questione frivola come si è cercato di far passare il saluto militare, bensì della riaffermazione del riconoscimento reciproco di diritti e doveri, costituzionalmente garantiti. Ovvero l’autorità in divisa, che deve far rispettare le leggi e i regolamenti anche con potestà d’imperio, a sua volta, con il saluto, opera un forte riconoscimento dei diritti del cittadino, nonché degli organi istituzionali che li rappresentano. In sostanza chi deve far rispettare le regole deve osservarle per primo. Infine la placca di riconoscimento sottolinea che fra autorità e cittadino v’è un rapporto paritetico.