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I famigerati “mister X” restano ancora avvolti nell’anonimato contro ogni ragionevole aspettativa. Infatti l’amministrazione comunale, non avendo concluso le indagini (la motivazione ufficiale), non ha svelato nel consiglio comunale di ieri sera, giovedì 17, l’identità dei dipendenti/amministratori trasgressori del Codice della Strada, che hanno preso la multa rispettivamente nel 2018 (a Milano) e 2021 (a Vittuone) senza pagarla di tasca propria e senza comunicare (in un caso) il proprio nominativo all’ente che ha comminato la sanzione. Eppure da quando Alfredo Celeste e Valentina Ceccarelli avevano presentato l’interrogazione (3 marzo) a ieri sera, che si è parlato in consiglio comunale, sono passati 15 giorni. Il sindaco Marco Re, che ha risposto all’interrogazione al posto dell’assessore della partita, si è limitato a dire che si stanno facendo gli accertamenti per risalire agli autori. Tuttavia con tutto il tempo e i mezzi a disposizione non si comprende come ancora si sia alle prese con lungaggini, indagini macchinose e non siano stati invece individuati i responsabili, anche per eliminare dubbi, insinuazioni e sospetti, che rischiano di lasciare una scia di veleni se non si farà presto piena luce. 

La faccenda è troppo grossa per perdere di interesse pubblico e svanire nel nulla con il passare del tempo, anche perché Celeste, come ha subito ribattuto nella replica, non ha alcuna intenzione di mollare e non è certo il tipo che getta la spugna davanti a resistenze, pretesti e ostacoli. A ogni modo il consigliere ha sottolineato che se si fosse voluto sarebbe occorso pochissimo tempo per venire a capo di quello che solo apparentemente è un rompicapo. Sarebbe infatti bastato, a suo giudizio, coinvolgere il segretario comunale, il responsabile del settore finanziario, il responsabile dei lavori pubblici e l’economo per tirare dal cilindro i misteriosi nominativi. Invece, stando alla versione ufficiale, tuttora si sta indagando. Insomma la volontà magari c’è,  ma non ci si affanna. L‘ex sindaco Angelo Cipriani in replica alla presa di posizione dell’ex assessore Adelio Pivetta (Lega) sostiene, in Rete, che non c’erano registri (tranne per la Smart sponsorizzata) per segnare chi prendeva le auto. Un assist perfetto per non andare in rete. “Vien da sé -puntualizza- che senza registri è praticamente impossibile, a distanza di settimane (il tempo che intercorre tra le infrazioni e la notifica), individuare l’autore ed è difficile anche per lui (se non contestato al momento) ricordare e comunicare. Poi aggiunge che ricorda vagamente questi episodi.  “Non sono in grado -afferma- di riferire cosa successe, credo sia giusto e legittimo cercare di appurare i fatti, soprassedendo alle insinuazioni e ai toni che trovo sempre di cattivo gusto, perché l’infierire stesso è di cattivo gusto. Colpire i dipendenti per colpire gli amministratori, lo trovo di cattivo gusto e in certi casi anche fuori luogo”. E già, anche confondere l’estetica con la morale è fuori luogo e cattivo gusto. 

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