L’export lombardo verso la Russia vale complessivamente l’1,6% del totale, quello verso l’Ucraina lo 0,4%. Questo è quanto emerge da una analisi di Assolombarda sull’impatto della guerra in Ucraina. Il consigliere regionale Silvia Scurati (Lega), membro della IV Commissione attività produttive, è intervenuto per commentare i dati. “Dal 2014 a seguito delle sanzioni contro la Russia per la crisi in Crimea –
dichiara Scurati– le imprese lombarde hanno ridotto la propria esposizione verso il mercato russo. Se l’impatto dell’export risulta essere mediamente limitato permane l’aggravarsi di sanzioni senza precedenti che vanno a toccare, oltre il settore produttivo, quello dell’energia nel quale l’intero Paese dipende in grande misura”. Non solo. “Ad aggravare la situazione -prosegue Scurati– vi è anche il preoccupante aumento del prezzo della farina con gravi ripercussioni per i panettieri con la conseguente corsa alle materie prime agricole. Gli effetti sulle filiere e sulle produzioni alimentari possono essere importanti: dopo circa tre settimane dall’inizio del conflitto i costi delle farine di grano tenero provenienti dall’Ucraina sono cresciuti del 40/50%, mentre nel giro di anno sono aumentati del 150% mettendo a rischio le scorte. Incrementi che stanno mettendo in ginocchio anche gli allevatori lombardi, e italiani, che devono affrontare maggiori costi per l’alimentazione del bestiame”. Non è tutto. “L’Italia, purtroppo, sconta -conclude Scurati– una forte dipendenza energetica e di materie prime in molti settori e cicli produttivi sia industriali che agricoli. Oltre a questa parte economica rimane il dramma sociale legato ai profughi ucraini che scappano della guerra e cercano rifugio, come già sta avvenendo grazie all’intervento di Regione Lombardia. L’auspicio è che l’Europa intervenga prontamente per limitare gli effetti negativi delle sanzioni e non vanificare la ripartenza economica post Covid appena iniziata”.