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Il consiglio comunale nella seduta di venerdì scorso ha dato il definitivo via libera al piano di recupero dell’area ex Sapla. Ma il Pd non ha partecipato al voto, anche per riservarsi, eventualmente, la possibilità di impugnare davanti all’autorità amministrativa il piano. Intanto il gruppo consiliare democratico prende posizione sull’operazione. “Non siamo -spiegano i consiglieri dem Giancarlo Lonati e Tina Ciceri– contrari al piano in sé, che peraltro avevamo avviato quando eravamo alla guida del municipio, ma alle modalità con cui la giunta Colombo l’ha reimpostato tanto da non prevedere più l’interesse e l’utilità pubblica. Ci chiediamo che senso abbia l’acquisizione dell’immobile in via De Gasperi che è periferico e dove è velleitario immaginare che si possa allestire la farmacia o qualche altro servizio pubblico? Nessuno! Il nostro progetto invece ipotizzava che l’operatore riconoscesse al Comune il corrispettivo di 250.000 euro in lavori da realizzare”.

Un dettaglio che per Ciceri e Lonati fa la differenza. “Abbiamo sollevato dubbi che l’immobile -spiegano i due consiglieri– possa valere 250.000 euro, ma l’amministrazione comunale ci ha risposto che l’importo è il risultato di una perizia giurata. Tuttavia continuiamo a pensare che in municipio abbiano preso un abbaglio ad accettare l’edificio”. Non è tutto. “I 26 posteggi previsti all’esterno -affermano Ciceri e Lonati– sono decisamente inferiori al fabbisogno. Abbiamo sottolineato che realizzando 32-33 appartamenti è plausibile che ogni nucleo familiare abbia due auto e quindi sarebbero necessari almeno 64 posti, ma anche considerando che una metà viene ricoverata nei box interni, i posteggi esterni non sono sufficienti per tutti i residenti. Una criticità non trascurabile. Poi la loro idea di ricavarli all’interno non è praticabile, poiché l’area eventualmente deputata è drenante e non può essere occupata da auto”. Abbastanza dal loro punto di vista di passare alle carte bollate. “Stiamo valutando con l’avvocato -chiosano i due consiglieri– se non sia il caso di adire le vie legali per fermare il piano che lascia forti perplessità sia sui parcheggi che sull’acquisizione dell’immobile”.

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