L’organo
(harmonium) della chiesetta di sant’Apollinare sta per tornare al suo posto. Infatti il restauro è alle ultime battute, manca soltanto la sistemazione del mobile che è in programma nella settimana prossima. L’organo è pronto a tornare a nuova vita grazie all’abilità di Federico Oldani e Pietro Galbiati, due cornaredesi doc che sono riusciti a restaurare l’organo in 7 giorni utilizzando 1 mq di pelle d’agnello, 1 kg di Vinavil, 1 litro di gommalacca, alcool e svitol. I restauratori felici per il risultato conseguito ringraziano il parroco monsignor Fabio Turba per la fiducia accordatagli. L’organo (harmonium) è a pressione, utilizza due pedali che pompano l’aria per mezzo di un mantice che alla fine del percorso entrano nelle ance che si usano anche nelle fisarmoniche. L’ancia è di ottone formato da una piastrina con una finestra rettangolare nel cui spazio viene inserita una lamella che vibra. Ha 13 registri, ognuno caratterizzato da un suono di uno strumento: violino, viola, clarino, flauto ecc e quando sono tutti inseriti si ha un suono completo d’orchestra. Ha inoltre 65 tasti, 6 toni e semitoni variabili, il tremolo, le percussioni, la doppia espressione con le ginocchiere e altro. L’organo dei più completi del 1800 con un peso di quasi 100 kg.