Latest News
Latest News

Venerdì scorso sono scaduti i termini per presentare le osservazioni al piano di governo del territorio (Pgt). Bareggio 2030 non ha perso l’occasione per presentare 8 osservazioni che, a suo giudizio, inquadrano bene la visione, o meglio, sempre a suo dire, l’assenza di visione del piano. E la neonata associazione in questa nota che ricevo e pubblico dà conto dei motivi per i quali ha formulato le osservazioni. Come considerazione preliminare pare opportuno fare riferimento al quadro conoscitivo territoriale e urbano della relazione generale del documento di piano (DR01) dove, per quanto si effettui una disamina della composizione della popolazione e dell’andamento demografico con dati non sempre aggiornati ed omogenei, emerge chiaramente che: negli ultimi 10 anni la popolazione è rimasta sostanzialmente stabile, al 31.12.20 la popolazione di Bareggio è risultata quasi invariata rispetto a quella del 2019 (17.344 abitanti) e addirittura inferiore a quella del 2012; si assiste ad un progressivo invecchiamento della popolazione con un superamento di circa 40 unità dei decessi sulle nascite a far tempo da metà del 2013; la popolazione con cittadinanza straniera è cresciuta nel decennio di circa 200 unità, attestandosi nel 2019 a 1.200 presenze. Per quanto riguarda i dati relativi al patrimonio edilizio esistente non pare purtroppo possibile effettuare considerazioni adeguate, ad esempio per l’indicatore di potenzialità d’uso, oppure sullo stato di manutenzione degli alloggi e sull’espansione edilizia, in quanto il riferimento più aggiornato è al 2011 e il piano non effettua un’indagine più accurata. In relazione ai prezzi medi di affitto e di vendita, il raffronto con altri Comuni, con dati relativi al secondo semestre 2019, fa emergere che Cornaredo ha valori maggiori in centro e periferia, Corbetta ha valori uguali e Trezzano S/N ha valori maggiori in centro e periferia. Sulla base dei dati sopra riportati appare di difficile comprensione la scelta del piano di prevedere un incremento volumetrico che, conteggiato sulle sole aree di trasformazione, risulta di quasi 90.000 m3., di cui pare possibile prevedere che una quota estremamente rilevante avrà una destinazione residenziale, anche se, in ragione della non puntuale definizione delle funzioni da insediare (all’art. 7 dell’elaborato RR02 – Norme tecniche di attuazione), non è possibile a priori definirne la precisa entità. Al citato nuovo volume previsto va inoltre sommato il volume residenziale generato dall’area sud ex Sapla (1), pari a quasi 8.000 m3, il cui piano attuativo non è stato volutamente considerato dalla variante generale al Pgt. Tutto ciò senza peraltro conteggiare i possibili incrementi volumetrici nell’edificato esistente, significativamente agevolati dalla normativa di piano (comma 6, art. 31, NdP). Una simile previsione non trova peraltro fondamento con riferimento alle basse performance che hanno caratterizzato l’andamento del mercato edilizio degli ultimi anni, e il piano non effettua alcuna considerazione sulle possibili conseguenze derivanti da una offerta così massiccia: incremento di alloggi sfitti o sottoutilizzati, dismissione e progressivo degrado degli alloggi più vetusti, generale diminuzione dei prezzi medi di affitto e di vendita delle abitazioni esistenti. Il documento di piano peraltro non coglie l’occasione, pur essendo stato redatto nel corso del 2020, di effettuare stime con riguardo alle possibili ripercussioni e alla indicazione di eventuali soluzioni, conseguenti alla diffusione della pandemia da Covid-19: ad esempio la probabile chiusura o adeguamento di molte attività presenti sul territorio, l’importanza dello sviluppo delle reti tecnologiche sia infrastrutturali che domestiche, il cambiamento delle metodologie di lavoro con nuove esigenze di spazi adeguati nelle abitazioni e conseguente modifica della tipologia di domanda per il mercato edilizio, ecc. In questo contesto non vengono inoltre effettuate valutazioni, nel piano dei servizi, in merito ad eventuali esigenze di edilizia residenziale pubblica, tipologia abitativa che potrebbe in parte soddisfare i nuovi fabbisogni in un contesto post covid, anche in previsione del rientro dei sostegni economici in essere. A seguito dell’analisi del sistema economico non si procede poi ad effettuare alcun riferimento a possibili opportunità di sviluppo conseguenti all’evoluzione di alcuni scenari strategici non lontani dal territorio comunale, come quello del distretto Arexpo Mind e/o altre realtà di possibile influenza, anche di minore rilevanza. La previsione di un nuovo centro natatorio appare inoltre non adeguatamente ponderata, risultando del tutto carente di un’analisi dell’effettivo fabbisogno, sul possibile bacino d’utenza, sulla concorrenza esercitata da strutture già esistenti nei Comuni limitrofi, sulla sostenibilità economica sia realizzativa che gestionale, ecc. Appare inoltre del tutto trascurata la possibilità di ricondurre detta previsione ad un più rilevante e valido progetto di rigenerazione urbana, lasciando all’iniziativa privata la scelta dell’area e la definizione della proposta progettuale. Duole quindi rilevare che il piano non indica nessuna visione di alto livello o quantomeno effettivamente meritevole di nota, individuando uno scenario di sviluppo non al passo coi tempi, basato quasi esclusivamente sul forte incremento volumetrico sopraindicato, in particolare residenziale, peraltro prevedendo la contestuale compromissione di significative superfici pubbliche a verde. In proposito non pare superfluo richiedere la massima attenzione verso scelte che segneranno la qualità dello sviluppo del nostro territorio negli anni a venire con previsioni edificatorie che, anche se non attuate nel breve periodo, potranno comunque determinare vincoli e limitazioni ad un razionale assetto urbano futuro. 

Lascia un commento