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Gianfranco Brusasca

Il poeta cornaredese Gianfranco Brusasca in occasione di San Valentino (domenica 14), festa internazionale dell’amore, ha voluto, anche in considerazione del particolare momento come questo in cui il Coronavirus richiama tutti a ritrovare nuove e più profonde occasioni di riflessione, lasciare il suo umile segno poetico. Per non perdere, ma rinsaldare, elevando, l’istinto di preservazione della specie umana che ha bisogno di riconquistare i suoi aspetti sentimentali, più profondamente naturali e nobili, per un nuovo processo di rinascita. Abbiamo bisogno di forti patti d’amore. I miei auguri più sinceri a tutti gli innamorati di ogni tempo ed a coloro che oggi lo dichiarano al mondo intero. 

TU SEI L’AMORE

Come un cane / dal pelo arruffato / un po’ dondolante /  io lento me ne vado / per sentieri solitari / nel cuore di una notte /  che più non finisce. Cerco una dolcezza d’occhi / tra le rughe tue sottili. / Cerco una luce che accechi / e vago per deserti infuocati. / Cerco la pioggia fine / che bagni il tuo viso gentile. /  Da tempo più non ti vedo / non vedo più i tuoi occhi / e il tempo se ne va / un po’ all’indietro a cercare nuovi pensieri. Tu sei l’Amore /là dove i tramonti / sfumano in rossi colori.

 MADRIGALE AMOROSO 

Come una farfalla /  di un’età senza tempo / io sono qui / per posarmi sulle tue labbra / e danzare / danzare con le tue ciglia. /  Per vivere / emozioni cosi profonde / fino a quando i tramonti / si fondono / con le aurore dei miei pensieri. Per essere nelle tue braccia per affogare nella tua pelle ogni giorno, ogni ora del giorno. / Vorrei le ali più grandi e più forti / per volare / contro il vento più impetuoso / per raggiungerti ed annegare / nei tuoi lunghi capelli neri / tutti d’oro. Io sono qui per immaginarti / per sentire la tua voce / solcare spazi brevi tra noi. / Per pensare cosi intensamente di te / fino a quando / il pensiero si scolori / nella notte più chiara / di Luna piena.

Non è tutto. Brusasca  evoca un pensiero di Cesare Pavese per meglio radicare il suo discorso poetico.
Un paese ci vuole 
“… un paese ci vuole, / non fosse che per il gusto /  di andarsene via. /  Un paese vuol dire / non essere soli, / sapere che nella gente, / nelle piante, nella terra, / c’è qualcosa di tuo che, / anche quando / tu non ci sei, / resta lì ad aspettarti…”
Questi pensieri immortali di Cesare Pavese, poeta che fu mosso da una forte carica critica esistenziale, ci dicono che il destino di vita, qualora non si tramutasse in amore, lascerebbe solo tristezza e malinconia sfociando nella solitudine. La presenza umana, qui, è continuamente attesa affinché la visione s’allarghi da una vita vissuta con la solitudine a quella del vivere la felicità che non può fare a meno d’amore come sentimento universale nel senso più vasto del termine. Così, ispirato da questi sentimenti d’amore di Cesare Pavese per la propria terra, anche generatori di grande civiltà per la vicinanza allo spirito atavico ereditato dai nostri antenati, non é difficile identificarci con altri “luoghi d’amore” come quelli che alimentano e fanno crescere sentimenti di unione fra gli umani riconducendoci a nuovi e rinnovati patti amore.  

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