Il virus del gioco non risparmia i sedrianesi. Sì, perché, stando ai dati diffusi dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel 2019 hanno speso la bellezza di 13.431.532,24 euro. Una somma notevole per un paese di 12300 abitanti. Ma evidentemente ai sedrianesi piace giocare nella speranza che la dea bendata gli sia favorevole. Certo che il gioco alla fine non vale la classica candela, poiché solo 9.157.380,50 euro sono tornati nelle tasche degli scommettitori. Il resto è stato introitato dallo Stato (2.411.915,30 euro) e dai gestori dei giochi (1.858.599,93 euro). La voglia di vincere è forte e del resto Mattia Pascal, protagonista del romanzo “Il fu Mattia Pascal” di Luigi Pirandello, realizzando una grossa vincita al casinò di Montecarlo non è più emigrato in Sud America, ma non è riuscito a darsi una nuova identità. Ma dalla finzione letteraria alla realtà le cambiano: sono più le volte che si perde che quelle che si vince.
Gli incassi maggiori se le sono aggiudicate le slot machine che si trovano nei bar e negozi con ben 6,3 milioni. Le lotterie istantanee con 2.984.562,61 euro e il Lotto con 3.072.517 seguono a distanza. Poi le scommesse sportive a quota fissa con 400.669,25 euro, il Superenalotto con 499.260 euro, le scommesse virtuali con 62.464 euro, l’Ippica nazionale con 23.413,25 euro, i videogiochi con 18.321,11 euro, il Winforlife con 16.810 euro, l’Eurojackpot con 15.276 euro, le lotterie tradizionali con 5.700 euro, il Big con 53 euro e le scommesse ippiche con 24,50 euro.