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Va bene riconoscere il reddito di cittadinanza a persone che abbiano diritto. Ma è anche giusto che chi lo riceve s’impegni a fornire il proprio contributo alla comunità in cui è residente. Infatti l’amministrazione comunale, constatando che i beneficiari di reddito di cittadinanza (RdC) sono tenuti a sottoscrivere un patto per il lavoro o un patto per l’inclusione sociale, si è attivata a dare mandato al responsabile dell’area servizi al cittadino per mettere a punto progetti utili alla collettività (Puc) per coinvolgerli. Si tratta di elaborare progetti a partire dai bisogni e dalle esigenze della comunità, ma tenendo conto delle opportunità che le risposte a tali necessità offrono in termini di crescita delle persone coinvolte. Le attività sono da ritenersi complementari, a supporto e integrazione rispetto a quelle ordinarie svolte dagli uffici dell’ente, non devono essere sostitutive alle prestazioni affidate esternamente dal Comune e assumere carattere temporaneo.

Le attività progettuali vanno intese come occasioni di arricchimento a seconda delle finalità e degli obiettivi da perseguire. Da qui l’incarico ai responsabili dei settori a predisporre progetti utili alla comunità. I progetti da mettere in campo devono riguardare ambiti diversi, ovvero sociale, culturale, artistico, ambientale, formativo, tutela dei beni comuni, altre attività di interesse generale: organizzazione di attività turistiche, radiodiffusione sonora a carattere comunitario, prestazioni sanitarie e sociosanitarie, cooperazione allo sviluppo, agricoltura sociale, tutela dei diritti, protezione civile, promozione cultura legalità e non violenza.

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