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Il mancato ripristino dei servizi parascolastici tiene banco in paese. E soprattutto le polemiche infuriano. Infatti Valentina Ceccarelli, che aveva offerto il suo supporto alle famiglie interessate ai servizi, non ci sta alle giustificazioni addotte dagli amministratori, e replica duramente. Anzitutto illustra al vicesindaco Davide Rossi, che non è vero che la Corte dei Conti abbia stabilito che il trasporto scolastico sia a carico dei cittadini per una percentuale obbligata per la quale il costo a carico dei 40 potenziali utenti diventi circa 550 euro, quindi insostenibili. La Sezione delle autonomie della Corte dei conti -puntualizza- con la delibera n. 25/2019 ha invece dato la possibilità alle amministrazioni locali di «dare parziale copertura finanziaria al servizio di trasporto con risorse proprie, con corrispondente minor aggravio a carico dell’utenza, in ragione delle condizioni della famiglia, per la sua maggior tutela, e sulla base di delibera motivata, (quindi non vi è nessuna percentuale prefissata a carico delle stessa), nel rispetto degli equilibri di bilancio». Ne deriva, quindi, che non risulta corrispondere al vero che ai 40 utenti sedrianesi sarebbero stati addebitati 550 euro procapite.Poi Ceccarelli sventola al consigliere Mella, che accusa i promotori dell’iniziativa di aver raccolto le firme in modo scorretto e approssimativo, il frontespizio della petizione che ha sempre accompagnato la raccolta in modo che tutti ne prendessero atto.  Si parla chiaramente di ripristino urgente del servizio e, del resto, cos’altro potrebbe significare o quali interpretazioni strane potrebbe suscitare? Dubitarne equivale a dire che i cittadini siano incapaci di intendere e quindi propensi a firmare senza cognizione di causa. Ceccarelli volendo essere incisiva e chiara su cosa s’intende per scorrettezza evoca il bilancio partecipativo. Nel 2018 l’amministrazione comunale -osserva- aveva stanziato 30.000 euro per realizzare un progetto proposto dai cittadini. Il vincitore sarebbe stato quello maggiormente votato. Erano state presentate, da parte dei vari soggetti concorrenti, quattro proposte, tre delle quali ampiamente e dettagliatamente esposte in più occasioni. Una no, però… La preside di allora, imbarazzata, avrebbe dovuto presentare il progetto della scuola, in quanto partecipante al bando, ma ha detto solo: “… quando il sindaco ci ha proposto il progetto, io ho accettato…” e aggiunse poco altro. Avete inteso? Non la scuola, ma il sindaco, fuori dalle norme regolamentari del bando, era l’autore occulto. Tutti i genitori furono invitati, tramite avviso sul diario, a votare il progetto apparentemente presentato dalla scuola, ma che in realtà era già stato discusso nel 2016 in consiglio comunale, perché l’attuale amministrazione intendeva realizzarlo. I genitori -aggiunge Ceccarelli– erano convinti di votare per riqualificare i giochi, gli arredi urbani, l’area verde del parco, ma non era così. Stavano votando, in realtà, la cessione del parco come pertinenza promiscua alla scuola così come nelle intenzioni dell’amministrazione comunale. Bella scorrettezza, vero? Allora Cipriani, vicesindaco Rossi e consigliere Mella chi è o chi sono le persone scorrette che raccolgono le firme? Noi? Basta accuse inutili e false. Dalle istituzioni, se tali, mi aspetterei altro.

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